Inps: pensione, meno di 500 euro per un italiano su due

Come deve fare in Italia un cittadino, ed in particolare un pensionato, a vivere con meno di 500 euro al mese? La domanda è d’obbligo visto che sono ben sette milioni nel nostro Paese i pensionati la cui prestazione non supera la soglia dei cinquecento euro al mese. A metterlo in evidenza è stata Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani, la quale in particolare ha sottolineato come sulle quasi 14,5 milioni di pensioni pagate ben 7 milioni siano sotto i 500 euro; inoltre, di questi 7 milioni di pensioni ce ne sono 1,8 milioni, ovverosia poco più del 12% del totale, che non superano la soglia dei 250 euro al mese, buoni al massimo per vivere una settimana e non certo un mese. Sono questi i dati emersi da un’indagine che Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani ha commissionato a KRLS Network of Business Ethics; inoltre, l’Associazione con un comunicato ha reso noto che in esclusiva, sul magazine “Contribuenti.it”, sarà pubblicato lo studio sull’identikit dei pensionati.

Inps: pensioni, i dati sulla finestra luglio 2010

Nei primi sette mesi dell’anno in corso, ovverosia dal mese di gennaio al mese di luglio del 2010, le uscite del lavoro per pensionamento si sono attestate su valori inferiori a quelli preventivati dall’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale. A darne notizia è stato proprio l’Inps nel precisare come il numero di uscite si sia attestato nel periodo a quota 131.300, ovverosia in calo di 16 mila unità rispetto alle 147.700 messe in preventivo. Il dato, in accordo con quanto messo in risalto da Antonio Mastrapasqua, Presidente dell’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, dimostra come in vista dell’entrata in vigore della riforma non ci sia stata nessuna corsa alla pensione. Secondo il Presidente dell’Istituto, quindi, “gli italiani mostrano maggiore equilibrio di tanti esperti della materia“.

Pensioni: spesa previdenziale aumenta, ma gli importi sono modesti

In Italia essere pensionati non si può certo dire che rappresenti un lusso. Anzi, gli ultimi dati forniti dall’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) rivelano come ci siano quasi 1,8 milioni di pensionati che percepiscono mensilmente una prestazione avente un importo sotto i 250 euro, ovverosia ben al di sotto del limite di sopravvivenza. Ma quasi la metà dei pensionati, pari a ben 7 milioni di persone, prendono addirittura meno di 500 euro a conferma di come nel nostro Paese, a fronte di una tassazione elevata anche sui pensionati, e di una spesa previdenziale che tende ad aumentare, gli importi erogati risultino essere alquanto modesti. Contribuenti.it, Associazione Contribuenti Italiani, che ha commissionato a KRLS Network of Business Ethics di effettuare l’identikit del pensionato nel nostro Paese, sottolinea tra l’altro come ad incrementare la media degli importi di pensione contribuisca una piccola percentuale di privilegiati, pari allo 0,4% del totale, che prende addirittura oltre 3.000 euro al mese.

Inps: pensioni, arriva l’estratto conto previdenziale online

Per i pensionandi italiani arriva l’estratto conto previdenziale consultabile direttamente online. A darne notizia è stato l’Inps, Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, spiegando in particolare che il servizio sarà attivato a favore di tutti quegli assicurati Inps che sia per quest’anno, sia per l’anno 2011, raggiungeranno l’età pensionabile. Per questi futuri pensionati non sarà tra l’altro solamente possibile, direttamente online, consultare l’estratto conto previdenziale in formato rigorosamente elettronico, ma si potranno altresì inviare all’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale delle segnalazioni, in modalità interattiva, nel caso in cui fossero presenti nel documento eletronico, e quindi tra i dati consultati online, delle lacune. L’accesso al servizio online potrà avvenire con la stessa modalità con cui si accede nella maniera classica ai servizi Web dell’Inps, ovverosia dal sito Internet www.inps.it avendo il codice Pin e con la massima sicurezza e riservatezza; i pensionandi che non sono in possesso del codice Pin possono comunque richiederlo o via telefono, oppure direttamente online.

Enpals: previdenza per attrici, calciatori e non solo

Attori, dj, cantanti, registi, musicisti, gruppi di vario genere, sportivi professionisti? Dovete iscrivervi all’Enpals, il vostro ente previdenziale. Si tratta dell’Ente Nazionale di previdenza ed assistenza per i lavoratori dello spettacolo che gestisce l’assicurazione per l’invalidità, la vecchiaia ed i superstiti in favore di questi soggetti, in sostituzione di quella generale gestita dall’Inps. Se per gli altri lavoratori esiste L’INPS, per quelli dello spettacolo fa le sue veci l’Enpals, attraverso le sue strutture sparse sul territorio italiano. Devono iscriversi obbligatoriamente i lavoratori dipendenti, ma anche i lavoratori autonomi.

Artisti cosa dovete fare? Innanzitutto é da chiarire che non siete voi a dovervi iscrivere all’ENPALS: il vostro primo datore di lavoro, nel versare i contributi che vi deve, comunicherà all’ente il vostro numero di collocamento e vi verrà assegnato un codice. Voi potrete riconoscere questo codice recandovi presso una sede dell’ENPALS in qualsiasi parte d’Italia.

Donne: paghiamo più tasse ma vogliamo servizi migliori

Le donne sono le protagoniste dello scenario economico ed anche fiscale. Il profilo che emerge dall’indagine promossa dalle Acli, ‘Donne: uno sguardo diverso sull’economia?’ (presentata nei giorni scorsi a Roma in occasione di un seminario organizzato dal Dipartimento Welfare, il Coordinamento donne e i Giovani delle Acli), é quello di donne fiduciose, che hanno alte aspettative nei confronti delle politiche pubbliche. Sono oltre mille in 48 province italiane, le donne intervistate inoltre sarebbero disposte a pagare persino più tasse a fronte di più servizi (il 63% delle donne). E, tra questi, soprattutto servizi per l’infanzia (40%). Nella vita quotidiana, in particolare, le donne vorrebbero poter beneficiare di più congedi lavorativi per conciliare famiglia e lavoro (41%).

Sono comprensibilmente contrarie all’innalzamento dell’età pensionabile (63%), perchè ritengono necessario considerare tutto il percorso lavorativo femminile e non solo la sua conclusione (40%). Non mancano le femministe che invece si dicono d’accordo 811%) e ritengono che l’allineamento dell’età pensionabile femminile a quella maschile sia un segno di parità. Il 21% accetterebbe di andare in pensione più tardi solo se ciò comportasse maggiori servizi per la cura della famiglia.