Oneri fiscali: abbattimento del 25% entro il 2012

Nel nostro Paese, entro il 2012, gli oneri fiscali dovranno essere abbattuti del 25%. E’ questo l’obiettivo che, in accordo con quanto reso noto ieri dall’Agenzia delle Entrate, ci si è posti in attuazione del cosiddetto “Taglia-oneri amministrativi” introdotto nell’ambito del Decreto Legge numero 112 del 2008. Al riguardo il Dipartimento della Funzione Pubblica, congiuntamente con l’Agenzia delle Entrate, ha fornito dei risultati inerenti proprio le misure degli oneri fiscali ed amministrativi tenendo conto dei classici adempimenti cui sono chiamati le imprese: dalle anticipazioni in conto fiscale del rimborso dell’imposta sul valore aggiunto (Iva) alle istanze di rimborso del credito Iva e passando per la dichiarazione annuale Iva, la comunicazione dei dati ed il modello 770 semplificato, ovverosia la dichiarazione unificata dei sostituti d’imposta.

Imprese: tasse alte e peso burocrazia eccessivo

La tassazione a carico delle imprese è alta, fin troppo, ma i costi che le imprese italiane devono mettere in preventivo per la propria attività non sono solamente quelli fiscali, ma anche quelli burocratici che spesso incidono fortemente sulle PMI. Non a caso, in accordo con uno studio effettuato dalla CGIA di Mestre, nel nostro Paese la burocrazia alle piccole e medie imprese costa la bellezza di 11,5 miliardi di euro all’anno, ovverosia ben un punto percentuale di prodotto interno lordo italiano. E visto che 95 aziende su 100 in Italia sono micro e piccole imprese, ne consegue che il peso più elevato della burocrazia è a carico delle PMI che hanno meno di dieci addetti. Quando si parla di peso burocratico a carico delle imprese si intende l’iter relativo agli adempimenti di natura fiscale, ma anche e soprattutto i costi burocratici che occorre mettere in preventivo per la gestione del personale, per l’ambiente, la sicurezza e la formazione.

Fisco italiano: non solo tasse, c’è anche la burocrazia

Nel nostro Paese in materia fiscale non c’è solo il problema legato alle tasse ed in particolare ad una pressione fin troppo elevata; a questo infatti si aggiunge quello della burocrazia fiscale in virtù del fatto che sovente in materia di fisco e tributi, tra risoluzioni, direttive, norme tributarie e circolari ministeriali le “regole del gioco” in Italia cambiano in continuazione. Questo, in sintesi, è lo scenario descritto da Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani, in base ad un calcolo effettuato, addirittura per difetto, da KRLS Network of Business Ethics che, per conto dell’Associazione, ha provveduto a conteggiare il numero di nuove norme tributarie che in Italia vengono emanate ogni anno. Ebbene, KRLS Network of Business Ethics ne ha contate ben 62.500, con la conseguenza che l’Italia non è solo primatista in Europa per l’evasione, ma anche per la burocrazia fiscale.

Spese rappresentanza: nuove regole e limiti per la deducibilità fiscale

In scia al Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze dello scorso mese di novembre, ed a seguito delle norme contenute nella Legge Finanziaria 2008, in Italia sono state introdotte delle importanti novità e regole in materia di deducibilità fiscale riguardo alle spese di rappresentanza: dai costi legati alla inaugurazione di nuove sedi e di nuovi uffici ai ricevimenti per ricorrenze nazionali e religiose, e passando per i party aziendali. Tutte quelle citate, in accordo con quanto fa presente l’Agenzia delle Entrate, costituiscono quelle che, agli occhi del Fisco, rientrano tra le “spese di rappresentanza“, a patto che però il soggetto che sostiene la spesa provveda a documentare quali siano i destinatari dei costi sostenuti. Al fine di “fare ordine” in merito alle spese di rappresentanza, mettendo nero su bianco requisiti e condizioni di deducibilità fiscale, l’Agenzia delle Entrate ha provveduto ad emettere una Circolare, la numero 34/E, che illustra le novità contenute nella Legge Finanziaria 2008.