Tremonti prosegue la stretta offshore sulle tasse

Una delle novità introdotte con le ultime misure anti-crisi firmate dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, potrebbero rovinare i sonni tranquilli di molti imprenditori che hanno deciso di sviluppare una fitta rete di società in paesi europei vantaggiosi dal punto di vista fiscale. Infatti, vengono estese a tutti i paesi stranieri le regole che sono attualmente previste per i paradisi fiscali veri e propri. Per fare un esempio, se una società controllata da soggetti italiani, ma con sede all’estero, pagasse localmente meno tributi rispetto a quello che succederebbe in patria, allora dovrà provvedere a versare la differenza al suo fisco nazionale. Qual è l’intento della norma? Sostanzialmente si vogliono limitare al massimo gli arbitraggi fiscali, vale a dire la scelta di collocare la sede di un’impresa in un paese che consente di pagare meno tasse. Sarà ora compito delle banche documentare che gran parte delle fonti di finanziamento e dei ricavi sono nate nel territorio di insediamento.

Manovra d’estate: le principali novità fiscali introdotte

La cosiddetta “manovra d’estate” varata dal governo ha portato numerose novità di carattere fiscale, soprattutto nell’ambito dell’accertamento e dell’evasione. Anzitutto, risulta molto interessante la possibilità di azione che viene offerta al Pubblico registro automobilistico, il quale avrà il compito di segnalare al Fisco alcune situazioni anomale, come ad esempio il possesso di più di dieci autovetture. In tema di accertamento, poi, l’Agenzia delle Entrate potrà ora richiedere maggiori dati e informazioni riguardo a specifiche categorie di imprese; nel caso in cui, a seguito di un’irrogazione di una sanzione, l’ente abbia il timore di perdere la garanzia del proprio credito, esso può chiedere al presidente della commissione tributaria provinciale l’iscrizione di ipoteca sui beni del trasgressore. La richiesta di dati, informazioni e notizie, da parte dell’Amministrazione finanziaria, riguarda anche l’accertamento delle imposte sul reddito e di controlli sull’Iva; si tratta di una richiesta da inoltrare previa autorizzazione del Direttore Centrale dell’accertamento dell’Agenzia delle Entrate.

 

Le imprese italiane richiedono arbitraggi fiscali meno vincolanti

Le imprese italiane chiedono a gran voce delle importanti modifiche per quel che riguarda gli arbitraggi fiscali: la richiesta è una conseguenza diretta di una disposizione della cosiddetta “manovra d’estate”, la quale ha esteso la disciplina sulle società controllate estere alle nazioni europee con un fisco più favorevole di quello italiano, una situazione, questa, che fa sentire queste stesse imprese molto più svantaggiate. Per entrare nel dettaglio della norma, infatti, c’è da dire che tale estensione comporterà una situazione di questo tipo: le holding industriali e le assicurazioni che si sono insediate in un paese dove pagano meno tasse di quanto sarebbero state costrette in Italia, rientrerebbero in maniera automatica nella disciplina delle Controlled Foreign Companies. Le imprese del nostro paese necessitano di quattro ordini di cambiamento. Anzitutto, a loro parere, dovrebbe essere cancellato il testo normativo che si riferisce al “mercato dello Stato di insediamento”; la seconda richiesta riguarda una definizione più ampia nell’ambito di individuazione delle costruzioni societarie “destinate a eludere l’imposta nazionale” (secondo la Corte Europea, non vi è abuso di diritto se si va ad usufruire di una legislazione fiscale più favorevole).