Emersione degli affitti in nero a Roma e Milano

Affitti in nero a Roma: l’evasione vale 272 milioni di euro all’anno in termini di maggiore Irpef versata, il federalismo fiscale promette di far lievitare i nuovi tributi incassati dai comuni fino quasi a raddoppiarli. 400 milioni di euro é invece la cifra che si otterrebbe annoverando anche il comune di Milano. Tanto potrebbe il gettito, complessivamente, nelle casse del comune di Roma e in quelle del comune di Milano tassando gli affitti sommersi con la cedolare secca al 20%. I dati emergono da un’indagine del Sole 24 ore, che riporta anche una classifica delle città con il maggior numero di affitti in nero.

Cedolare secca affitti: favorisce solo i proprietari con redditi alti

La cedolare secca sugli affitti messa a punto dall’attuale Governo in carica andrà a favorire solamente i proprietari di immobili che hanno dei redditi alti. Ad affermarlo è il Sunia, il Sindacato Unitario Nazionale Inquilini e Assegnatari, sottolineando in particolare come la manovra economica e finanziaria dell’Esecutivo non contenga, sui consumi connessi all’abitazione, sul fisco, ma anche sulla tematica abitativa, alcuna norma che possa avere un’incidenza positiva e rilevante. Innanzitutto, il Sindacato degli Inquilini e degli Assegnatari mette in risalto come con la manovra economica e finanziaria permanga il taglio al fondo sociale, così come mancano i provvedimenti per la tracciabilità dei canoni di locazione, e le detrazioni fiscali a favore degli inquilini che possano contribuire a creare quel sano conflitto di interessi tale da far emergere le tante locazioni in nero. Per il Sindacato Unitario Nazionale Inquilini e Assegnatari la cedolare secca sugli affitti, così come è stata messa a punto dal Governo, è solo a conti fatti un’operazione mediatica che non apporterà nulla di significativo nella lotta all’evasione fiscale, ed anzi contribuirà a generare ulteriori incertezze e confusione nel mercato delle locazioni.

Finanziaria: prima casa rimane esente da imposte

Il federalismo fiscale non toccherà la legislazione sull’imposta prima casa e portera’ probabilmente anche alla cedolare secca sugli affitti. La finanziaria ieri e’ stata per la prima volta presentata ufficialmente dal governo subito dopo l’approvazione del Consiglio dei ministri in seduta straordinaria. La prima casa restera’ esente dall’imposta Ici quindi, come ha annunciato il ministro dell’Economia Giulio Tremonti in una conferenza stampa a Palazzo Chigi e rispondendo a chi parla di costi del federalismo fiscale, sostenendo che il vero costo per l’Italia é non farlo.

La prima casa restera’ esente dall’imposta – ha affermato il ministro -. Ho sentito parlare dei costi del federalismo fiscale: il costo c’è se non si fa, se si lascia fuori controllo la finanza pubblica. Abbiamo avviato la simulazione su Provincie e Comuni, sulle Regioni non siamo pronti a dire cosa dare di fiscalita’ propria, lo sapremo a luglio.

Affitto immobili: Siena, scoperti quattro milioni di redditi evasi

In Toscana l’Agenzia delle Entrate ha messo a segno un nuovo “colpo” in materia di lotta all’evasione fiscale andando a scovare ben quattro milioni di redditi non dichiarati e legati, dal 2005 al 2009, ad un’attività Web nel settore degli affitti immobiliari. Nel dettaglio, a carico di una persona fisica residente nella Provincia di Siena, la Direzione provinciale delle Entrate di Siena ha scovato i quattro milioni di redditi evasi a partire dalla segnalazione relativa ad un sito Internet che si faceva letteralmente scudo, al fine di evadere, di una società straniera avente la sede nel Liechtenstein. Sul portale Web di affitti immobiliari venivano indicati i recapiti che facevano risalire alla persona fisica nella Provincia di Siena, ma per i pagamenti doveva essere effettuato il bonifico su un conto corrente di una banca del Liechtenstein. L’attività, dal 2005 al 2009, ha riguardato la proposta di affitti per case vacanza, anche di pregio, unitamente a case coloniche ristrutturate nei confronti di potenziali turisti ma anche agenzie di viaggio sia estere, sia italiane.

Affitti in nero: si possono contrastare con la leva fiscale

Nel nostro Paese una buona fetta di affitti sono “rigorosamente” in nero con ricadute negative sulle casse dello Stato, ma anche con palesi distorsioni sul mercato privato dei canoni di locazione, caratterizzato oramai da prezzi oggettivamente inaccessibili per una quota sempre più elevata di studenti e di famiglie. Ebbene, in merito, Gianni Verga, assessore alla casa del Comune di Milano, nel corso di un incontro a Torino organizzato dalla Consulta Casa dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci), ha presentato un pacchetto di proposte finalizzate proprio a rimettere in moto nel nostro Paese il mercato delle locazioni. Secondo l’Assessore del Comune di Milano, è necessario contrastare il fenomeno degli affitti in nero agendo sulla leva fiscale, garantendo la tracciabilità del canone di locazione e la trasparenza nei contratti di affitto. Ma come far emergere i tantissimi affitti in nero?

Tassa affitti unica: lotta all’evasione

Oggi é difficile acquistare una casa, eppure i benestanti che hanno più di un appartamento ci sono. Chi incassa l’affitto deve pagare le tasse e se il proprio reddito supera i 75mila euro annui, si paga sull’affitto incassato il 43 per cento. Si tratta della cosiddetta aliquota marginale che spinge in realtà molti proprietari ad affittare in nero. Eppure qualcosa potrebbbe cambiare. In questi giorni il governo sta preparando un decreto legge annunciato Calderoli, Ministro per la Semplificazione legislativa. La nuova norma mira a far pagare un’aliquota fissa sugli affitti pari al 20 – 22 per cento.

La nuova aliquota si chiama “cedolare secca” e sembra un’ottima idea dato che il governo pensa in questo modo di vincere l’evasione (essendo la tassa più bassa tutti dovrebbero essere incoraggiati a pagarla): pagare meno e pagare tutti. La copertura sarà quindi garantita dall’emersione del nero. L’opposizione in questo caso non si oppone: