Home » IVA » Contribuenti Minimi » Partita Iva, cosa potrebbe cambiare

Partita Iva, cosa potrebbe cambiare

Tra i tanti argomenti caldi attorno alla legge di stabilità pare ci sia spazio anche per le discussioni riguardanti i lavoratori autonomi e le partite IVA. A seguito della proroga dello scorso anno il termine per aprire la partita IVA con il regime dei minimi, il regime agevolato per i giovani sotto i 35 anni, era stato fissato al 31 dicembre 2015.

Durante il prossimo anno il regime dei minimi sarà sostituito con il regime fortettario. Ma a quanto pare il Governo sta cercando di mettere mano anche alle partite IVA, prorogando il regime dei minimi fino al 2017. In arrivo importanti modifiche circa la tassazione INPS e IRPEF.

Alcune anticipazioni sulle misure pensate per i lavoratori autonomi da inserire nella legge di stabilità sono arrivate dal professor Maurizio Del Conte, consulente del premier Renzi, ospite al festival del PD a Bologna. Grazie alle sue dichiarazioni abbiamo qualche indizio sulla strada che il governo intende percorrere circa le partite Iva.

Partiamo dal contributo alla gestione separata INPS. Con il decreto Milleproroghe, per rispondere alle richieste dei lavoratori autonomi, il governo ha bloccato l’aumento delle aliquote contributive alla Gestione Separata INPS, che quindi è stata fissata al 27,72% per il 2015. Nel 2016 salirà al 28%, al 29% nel 2017, fino al 33% nel 2018.

Con la legge di stabilità per il 2016 invece, il governo ha intenzione – secondo le dichiarazioni di Del Conte – di bloccare ancora l’aliquota al 27% o addirittura ridurla al 25%. Il taglio potrebbe essere inserito nella legge di stabilità, oppure, più probabilmente in un decreto successivo pensato ad hoc per le partite IVA.

Sempre con il decreto Milleproroghe il governo ha modificato il regime delle partite IVA confermando la possibilità di aderire anche per il 2015 al regime dei minimi. La legge di stabilità infatti, ha introdotto il nuovo regime forfettario che avrebbe dovuto sostituire il precedente regime agevolato. Con il Milleproroghe il governo ha fatto una marcia indietro. Per tutto il 2015 le partite IVA possono scegliere se applicare il nuovo regime forfettario oppure se restare in uno di quelli precedenti.

Il regime dei minimi è destinato agli under 35 con ricavi sotto i 30mila che possono godere per un massimo di 5 anni dell’aliquota agevolata al 5%. Senza una proroga la possibilità di aderire a questo regime termina il 31 dicembre 2015. Ma le intenzioni del governo sembrano diverse.

Il consigliere di Renzi illustra l’ipotesi di introdurre per le partite IVA un regime forfettario dei minimi con aliquota al 5% fino a 25 mila euro per un periodo di 3 o 5 anni e per tutte le nuove partite IVA. Scaduti questi 3-5 anni il governo potrebbe decidere per due diverse strade:introdurre un’aliquota al 15% per altri 3-5 anni e poi passare progressivamente alla tassazione ordinaria; oppure di lasciare invariata l’aliquota al 15% per tutti gli autonomi con ricavi fino a 25mila euro.

Non ci saranno invece novità per quanto riguarda l’IVA per cassa, il regime che consente al lavoratore autonomo di posticipare il versamento dell’imposta sulle cessioni di beni e le prestazioni di servizi, dal momento di effettuazione dell’operazione a quello dell’incasso. L’IVA per cassa è utile per i lavoratori autonomi che così sono tenuti a pagare l’IVA soltanto dopo averla effettivamente incassata, ma il governo teme che questo regime agevolerebbe l’elusione fiscale preferendo intervenire sui committenti che liquidano le fatture in ritardo.