Home » IMU » Pagamento IMU, Grilli conferma come data di scadenza il 17 dicembre

Pagamento IMU, Grilli conferma come data di scadenza il 17 dicembre

Sebbene la maggior parte dei comuni deve ancora mettere a punto la tassa di proprietà (IMU), il Ministro dell’Economia Vittorio Grilli, è fermamente convinto che la prima data della nuova tassa non sarà spostata dal 17 dicembre 2012.

L’IMU reintroduce la tassazione sulle residenze principali che era stata rimossa dal precedente governo Berlusconi, ed è quella che fornirà la più grande fetta delle entrate in bilancio del governo Monti nel decreto ‘Salva Italia’, approvato alla fine dello scorso anno. Il decreto è stato progettato per consentire al paese di raggiungere l’equilibrio di bilancio entro la fine del prossimo anno.

Da quest’anno, l’IMU applica una tariffa standard di 0,76% che si applica a tutte le proprietà, con variazioni locali e solo un’aliquota ridotta per le prime abitazioni. La nuova tassa ha provocato critiche, e ci sono stati ulteriori critiche a causa del fatto che, quasi undici mesi dopo l’annuncio, c’è ancora incertezza sulle modalità di pagamento.

I Comuni hanno tempo fino al 31 ottobre per decidere le loro tariffe IMU, e fino al 30 novembre per la pubblicazione ufficiale e la trasmissione al Ministero dell’Economia. Anche in questo caso, il calcolo dell’importo dovuto è particolarmente oneroso per i contribuenti, essendo basato su valutazioni di proprietà ufficiali.

Infatti, i Caf (centro di assistenza fiscale) che aiuteranno i contribuenti nella compilazione delle dichiarazioni dei redditi hanno lanciato l’allarme su quello che potrebbe accadere se il governo mantenesse la data finale di pagamento IMU al 17 dicembre.

Solo 1.500 comuni, pari al 18% del totale, hanno finora indicato le proprie aliquote d’imposta, e c’è troppa incertezza sulla scadenza fiscale.

Tuttavia, Grilli ha risposto immediatamente che le scadenze IMU rimarranno come fissate precedentemente. Egli ha sottolineato che, se i pagamenti fiscali subissero dei ritardi, questi metterebbero a rischio l’obiettivo di riduzione del deficit.