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L’Imu non andrà ad incidere sul mercato immobiliare di lusso

Il difficile momento economico globale ha costretto gli immobiliaristi in Italia ad un atteggiamento più cautelativo, ma a differenza del Regno Unito, Stati Uniti, Irlanda e Spagna, l’Italia non ha sofferto della bolla del mercato immobiliare prima della crisi finanziaria.

Secondo un’analisi di Kate Everett-Allen, dal team di ricerca internazionale di Knight Frank, l’assenza di una bolla immobiliare ha permesso alle banche italiane di salvarsi dalla crisi del credito nel 2008/2009, ma i problemi più gravi sono giunti nel 2011, quando la crisi del debito sovrano della zona euro si è fatto più profondo.

Il debito pubblico in Italia in rapporto al PIL è ora pari al 120 per cento e si prevede una crescita positiva del PIL solo nel 2014.

Tuttavia, il mercato residenziale in Italia ha superato il momento difficile. I volumi di vendita sono sani ma in alcuni mercati, come la Toscana, l’Umbria e l’area, il mercato procede più a rilento a causa dei prezzi più elevati.
“Un euro più debole nel primo semestre del 2012 ha fatto poca differenza per i volumi di vendita, ma gli interessi da parte degli acquirenti extra-Ue sono saliti quando l’euro ha raggiunto il cambio 1.20 nei confronti della sterlina , ha aggiunto Kate Everett-Allen.

La ricerca di Knight Frank dimostra che gli acquirenti provenienti da Regno Unito, Stati Uniti, Belgio, Danimarca, Paesi Bassi e Russia sono i più attivi.

Knight Frank non si aspetta che la nuova tassa IMU introdotta dal governo Monti possa avere un impatto significativo sul mercato immobiliare di lusso. Per la prima volta gli italiani ora devono pagare le tasse su tutte le loro proprietà, compresa la prima casa e l’imposta si applica anche ai non residenti proprietari di seconde case.

“Non ci aspettiamo che l’Imu possa avere un impatto significativo sul mercato del lusso in Italia soprattutto perché le somme da pagare sono relativamente piccole. I proprietari della casa sono dovranno versare lo 0,4% del valore catastale per una prima casa e fino al 1,06% su una seconda casa”

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