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Governo al lavoro, ecco le novità fiscali di fine anno

Con la manovra del nuovo esecutivo guidato dalla Premier Giorgia Meloni, ecco che è stato stabilito che tutti coloro che in questo momento ricevono il reddito di cittadinanza, che ricordiamo devono avere un’età che va da 18 fino a 59 anni e non devono avere alcun figlio a carico, lo potranno percepire ancora per i prossimi sette mesi.

Si tratta del termine che il Governo si è voluto prendere per trovare una soluzione che possa rivoluzionare l’intero sistema, facendo leva inevitabilmente su tutti quei fondi che sono arrivate dall’Europa da investire sulla formazione.

Come è stato messo in evidenza proprio dalla Premier Meloni, l’Italia ha a disposizione la bellezza di 8 miliardi di euro che non sono stati ancora impiegati per la vecchia programmazione, oltre a 13 miliardi di euro legati alla nuova programmazione, senza dimenticare come il Pnrr preveda pure un altro pacchetto consistente di risorse.

La Meloni, nel corso della conferenza di fine anno tradizionale, ha voluto mettere i puntini sulle i in merito a una serie di obiettivi che sono legati alla riforma fiscale che dovrà essere attuata nei prossimi mesi. Sono tanti i temi che sono stati toccati, a partire dalla volontà di ridurre il più possibile il costo del lavoro fino ad arrivare al supporto alla genitorialità, senza dimenticare anche degli incentivi per tutti coloro che riescono a creare dei posti di lavoro.

Tutti coloro che volessero andare in pensione in anticipo difficilmente potranno farlo nel corso del prossimo anno. Infatti, la quota 103 rappresenta la nuova soluzione di carattere transitorio che va a prendere il posto di quota 100.

È chiaro che ci si deve attendere una vera e propria riforma della legge Fornero, che comprende solamente chi ha quantomeno 41 anni di contributi e 62 anni di età. Invece, Opzione Donna conserva aperta l’opportunità in questione solamente per chi ha compiuto almeno 60 anni. Il requisito legato all’età diminuisce di uno o al massimo due anni solo ed esclusivamente nel caso in cui si dovessero avere dei figli.

La rivalutazione è obbligata a rispettare le risorse che effettivamente sono state stanziate, andando a premiare in ogni caso solamente quegli assegni medio-bassi. Le pensioni minime, invece, fanno registrare un notevole incremento fino a 600 euro, ma solamente per chi ha almeno 75 anni e, in ogni caso, si tratta di una misura che può contare su una copertura piuttosto limitata, visto che probabilmente non si dovrebbe spingere oltre il 2023.