Napoli: in pochi pagano la tassa sui rifiuti

A Napoli sembra siano proprio in pochi a pagare la Tarsu tant’è che qualcuno inizia a parlare di limite di sopravvivenza per Asia, la società del Comu­ne di Napoli che fornisce servizi di igiene ambientale

Asia ha tempo di sopravvivenza sino alla scadenza dell’anno in corso. A Napoli la tassa sui rifiuti non la paga nessuno.

Il sottosegretario a palazzo San Macuto, davanti alla com­missione parlamentare sul ciclo dei ri­fiuti, da due giorni sta riferendo ai parlamentari sulla situazione dei ri­fiuti in Campania, sulla gravità e l’urgenza di portare tutto ad una situazione di normalità. Non é la prima volta che Asia é al centro delle discussioni del governo: tempo fa fu il pre­sidente del consiglio Sil­vio Berlusconi, a dire pubblicamente che uno dei problemi di Napoli era Asia, il cui personale non lavorava abbastanza e mai di domenica.

Torre del Greco: meno Tarsu dal 2010

La Tarsu é la tassa sui rifiuti solidi urbani. Si paga in base ai metri quadrati di superficie dell’abitazione (compresi garage, box, cantine, scale, mansarde abitabili, ecc.) e di ogni altro locale. Il Comune può decidere di differenziare le tariffe per tipologia di locale (es.: abitazioni private, negozi, bar, ecc.), ma deve, obbligatoriamente far pagare in rapporto ai metri quadrati dei locali.

La tassa é pagata ai Comuni poichè questi hanno l’obbligo di provvedere al servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, servizio che non é certo cosa da poco, é anzi molto complesso. Il comune stabilisce delle categorie a cui corrispondono delle tariffe al m²: ogni categoria identifica dei gruppi che riuniscono determinate tipologie di immobili destinati ad attività economiche o a scopo residenziale.

Ici e Tarsu condonate a Torre del Greco

Non pagate la Tarsu? Venite condonati, se abitate a Torre del Greco, ridente cittadina napoletana dove l’evasione di questa tassa ha generato dal 2003 più di cinque milioni di euro come cifra stimata per l’evasione fiscale. Dopo l’approvazione del provvedimento sulla Tarsu, che ha previsto un incremento dell’83%, il sindaco ha dichiarato che molti cittadini non pagano normalmente le tasse.

I cittadini torrese infatti dal non molto lontano 2003, stando agli accertamenti fatti dagli uffici tecnici hanno pagato una Tarsu minore. Lo hanno fatto dichiarando meno metri quadrati rispetto a quelli posseduti o non pagando proprio. Il comune avrebbe dovuto preoccuparsi di questa situazione difatti avrebbero dovuto esserci dei controlli per risalire a chi avesse pagato meno Tarsu e chi non l’avesse pagata. Invece non é stato così, il sindaco ha convocato un consiglio di urgenza per far approvare un regolamento in cui si “condona” il 50% dei tributi non pagati, per Ici e Tarsu, a partire dall’anno 2003 fino al 2008.

Evasione fiscale: contrasto più efficiente con l’incrocio dati Tarsu

Il pagamento della tassa sui rifiuti solidi urbani può essere fatale per quei contribuenti con il “vizietto” dell’evasione, specie se trattasi di imposte non pagate nel campo della locazione immobiliare. Periodicamente, infatti, sia le società concessionarie, sia gli Enti locali, provvedono a comunicare i dati acquisiti sulla Tarsu all’Agenzia delle Entrate. E proprio nei giorni scorsi, tra l’altro, l’Agenzia delle Entrate ha provveduto a concedere una proroga a Comuni e società concessionarie nell’obbligo di invio dei dati sulla tassa sui rifiuti solidi urbani relativamente agli anni solari 2007 e 2008. Per l’inoltro dei dati c’è ora tempo per le Amministrazioni locali fino al prossimo 31 ottobre 2009, quando, nell’ambito dell’attività di gestione dei rifiuti, dovranno essere comunicati i dati catastali di ogni singolo immobile unitamente a quelli identificativi sia dei detentori, sia degli occupanti. Una volta acquisiti, nell’ambito dell’attività di contrasto all’evasione fiscale, ed in particolar modo, come accennato, per quella nell’ambito delle locazioni immobiliari, i dati potranno essere incrociati con quelli che mette a disposizione l’Agenzia del territorio.

TARSU: a Palermo si pagherà il 30% in più

La tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, abbreviata in TARSU é applicata sulla base del costo totale del servizio di raccolta e successivo smaltimento dei rifiuti usando come parametro la superficie dei locali di abitazione e di attività. La tassa é dovuta al Comune che per la riscossione invia a domicilio del contribuente l’apposito avviso di pagamento con allegato il bollettino preposto per il versamento.

Chi di voi paga la tassa sui rifiuti? Sicuramente non molti o meglio, non tutti. I dati sono chiari: l´anno scorso la tassa sui rifiuti non è stata pagata dal quaranta per cento dei cittadini (a Palermo). Quindi per ogni cittadino che non paga ce n’è un altro che paga la sua parte ed anche quella di chi non ha pagato. Sindacati e opposizione si mobilitano infatti contro l´annunciato aumento della Tarsu. L’aumento sarà in media più 30 per cento e visti i dati sarà pagata infatti solo da metà della popolazione. I sindacati hanno invitato per le 19 in piazza Pretoria pensionati e cittadini. Lo slogan: “Basta vessare i contribuenti onesti“.

Codacons avvìa ricorso rimborso Iva: i tempi potrebbero essere lunghi

Il Codacons ha annunciato d’aver avviato l’azione collettiva a tutela dei cittadini italiani in merito all’imposta sul valore aggiunto (IVA) pagata sinora dai cittadini sullo smaltimento dei rifiuti. Il Codacons si schiera quindi dalla parte dei cittadini aiutandoli a far valere i propri diritti per il risarcimento dell’IVA pagata in maniera illegittima. La ratio dell’iniziativa è una sentenza della Corte di Cassazione che, in linea con l’orientamento comunitario, ha stabilito che

il corrispettivo che i cittadini devono pagare per la raccolta e smaltimento dei rifiuti – afferma il Codacons – è una tassa e non una tariffa. Se fosse una tariffa l’Iva sarebbe applicabile, ma essendo una tassa questo non è legittimo! Afferma infatti la Corte: “Gli atti con i quali i gestori manifestano la pretesa creditoria hanno natura intrinseca di atti amministrativi. Ne discende che gli stessi devono possedere tutti i requisiti fondamentali dei provvedimenti impositivi e, segnatamente, la motivazione che giustifica la richiesta di pagamento del gestore.

Rimborso Iva tassa sui rifiuti

Un bel pò di denaro gettato nell’immondizia. Non si può esprimere in altri termini l’Iva pagata sulla tassa dei rifiuti. Già perchè se avete conservato la ricevuta delle tasse e su di esse vi é stata applicata l’Iva allora potrete chiederne il rimborso immediato. L’azione legale sarà avviata dal Codacons per ottenere la restituzione dell’Iva pagata sulla tassa per lo smaltimento rifiuti. La Corte di Cassazione ha infatti stabilito che il corrispettivo che i cittadini devono pagare per la raccolta e smaltimento dei rifiuti è una tassa e non una tariffa e quindi l’Iva é inapplicabile. Non si può infatti ‘Ivare’ una tassa. La tariffa di igiene ambientale (TIA) si rivela iin realtà nella fattispecie una Tassa per lo smaltimento dei rifiuti urbani (TARSU). Questa IVA al 10% non doveva essere pagata, e ora può essere recuperata attraverso il ricorso alle Commissioni tributarie.