Camogli: una tassa persino sugli spot pubblicitari

Neanche gli spot delle pubblicità possono dirsi realmente al sicuro dalla morsa del fisco: almeno questo è quanto sta accadendo nel comune di Camogli, in provincia di Genova, in cui l’amministrazione locale ha intenzione di stabilire nel dettaglio le tariffe che dovranno essere applicate in questo caso specifico. Nel dettaglio, i soggetti che devono prestare la maggiore attenzione sono coloro che si rendano protagonisti dell’operazione e che sfruttino la città stessa come sfondo per le varie fotografie. In pratica, l’obiettivo è quello di tutelare nel migliore dei modi l’immagine di Camogli, nel caso in cui le sue immagini vengano usate per lanciare prodotti commerciali in televisione oppure in dei servizi audiovisivi. Ma che cosa ha di così speciale questa località per arrivare fino a un provvedimento tributario?

Si tratta di un piccolo borgo marinaro (gli abitanti sono poco più di cinquemila) e le principali attrazioni turistiche si riferiscono proprio al porto nautico, tanto che la sua tipica e pittoresca denominazione è quella di “città dei mille bianchi velieri”. Inoltre, si trova proprio qui la porzione più ampia del Parco Naturale Regionale di Portofino, un’altra attrazione turistica di primo livello dunque. Ma non si tratta soltanto di questo. In effetti, l’economia locale viene letteralmente trainata dal commercio ittico, con la “sagra del pesce” che è in grado di attirare moltissima gente ogni anno.

Una città dedita alla pesca e al mare, ed è da qui che è nata l’idea della tassa sugli spot: il panorama di Camogli è davvero mozzafiato, preziosamente abbellito e contraddistinto dai palazzi variopinti che si trovano sul lungomare e che gli conferiscono il suo tipico aspetto, pertanto si è voluto tutelare questo patrimonio così importante anche con le “cattive”, vale a dire con un inasprimento fiscale, il quale, comunque, non ha ancora una propria dimensione definitiva e non si è concretizzato in un vero e proprio atto legislativo.