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Evasione fiscale: cresce nel primo bimestre 2011

Anche nei primi due mesi del 2011 l’evasione fiscale in Italia, al pari del debito pubblico, è cresciuta. A rilevarlo è stata Contribuenti.it, Associazione Contribuenti Italiani, in accordo con un’indagine commissionata a KRLS Network of Business Ethics. Il dato del primo bimestre 2011 non fa altro che confermare in Italia il primato a livello europeo per quel che riguarda l’evasione fiscale; l’imponibile evaso, in base all’indagine, si attesta al 54,6% del totale, il che significa che mancano all’appello, ovverosia non sono soggetti a tassazione, la bellezza di 179 miliardi di euro su base annua. E sebbene, quindi, il Fisco registri oramai da qualche anno risultati in aumento per quel che riguarda il recupero da evasione, nel frattempo la montagna di imponibile evaso cresce in eguale misura. Dall’indagine KRLS Network of Business Ethics emerge altresì un calo della cosiddetta “Tax compliance”, ovverosia l’indice della fedeltà fiscale dei contribuenti italiani che negli ultimi cinque anni ha fatto registrare un crollo pari a quasi il 12%.

Ma dove si annida in Italia l’evasione fiscale? Ebbene, i dati dell’indagine fanno emergere come i principali evasori in Italia siano gli industriali, con a ruota bancari ed assicurativi. All’ultimo posto ci sono i lavoratori dipendenti in quanto sullo stipendio fisso hanno la ritenuta alla fonte e quindi non possono evadere, ma poi ci sono molti dipendenti con il doppio lavoro non dichiarato al Fisco.

L’evasione fiscale è diventato lo sport più praticato dagli italiani“, ha dichiarato il Presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani, Vittorio Carlomagno, sottolineando come si renda necessario nel nostro Paese un abbattimento della pressione fiscale di almeno cinque punti, in termini di aliquote, unitamente ad un miglioramento della qualità dei servizi pubblici che porti anche ad un taglio degli sprechi di denaro di Stato. L’Associazione ricorda inoltre come l’evasione si annidi un po’ a tutti i livelli, a partire da decine di migliaia di società che per più anni consecutivi dichiarano bilanci in rosso e, quindi, non pagano imposte.

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