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A Taiwan una tassa sull’inquinamento da luce

Taiwan è celebre anche e soprattutto per la sua vita notturna, per la movida e le tantissime luci che caratterizzano le ore piccole: molto probabilmente, però, questa situazione dovrà presto cambiare, visto che si è compreso che una simile forma di illuminazione non è altro che un inquinamento bello e buono. Il provvedimento in questione riguarda Taipei, la capitale dell’isola asiatica, alle prese con una misura fiscale che fa comunque già discutere. La decisione è giunta direttamente dalla municipalità locale, intenzionata a varare un testo normativo ben preciso e che sia in grado di ottenere una minore intensità di luce per quel che concerne i manifesti pubblicitari e le varie schermate che si possono trovare in qualsiasi palazzo della città a cui si sta facendo riferimento.

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Non si tratterà di un intervento totale, ma i cambiamenti saranno visibili ed evidenti come è facile immaginare. In pratica, si andrà a ridimensionare questa illuminazione soprattutto nelle zone più animate di Taipei, anche perché non sono certo pochi quei cittadini che si stanno lamentando da tempo per gli effetti negativi che la situazione attuale comporta: si tratta, ad esempio, di numerosi casi di insonnia, ma anche di stress molto forte vissuto nelle ore notturne.

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In aggiunta, non si possono dimenticare i riflessi del sole nelle ore diurne a causa delle facciate che sono realizzate in vetro e acciaio nei palazzi del potere finanziario. L’intento è quello di creare un’apposita autorità che possa regolare questo tipo di inquinamento, con sanzioni e imposizioni fiscali che saranno comprese tra un minimo di cinquemila e un massimo di cinquantamila dollari di Taiwan (l’equivalente di 1.300 euro al massimo). I soggetti colpiti saranno coloro che andranno contro la legge utilizzando luce di tipo elettrico o naturale. Tale misura, inoltre, si rifletterà negativamente anche sui produttori di lampadine e sui loro affari.