Umbria, Trentino e Sardegna: prosegue l’operazione “rimborsi Irap”

Proseguono in maniera spedita gli appuntamenti fiscali relativi ai rimborsi dell’Irap per quel che riguarda i contribuenti delle varie regioni italiane. Dopo che la scorsa settimana tale operazione aveva coinvolto Marche e Abruzzo, ieri è stato invece il turno di Trentino Alto Adige, Umbria e Sardegna. Ma procediamo con ordine. L’allargamento della procedura si è reso possibile dopo aver riscontrato l’esperienza positiva dei primi due giorni di applicazione; in questo caso, i rimborsi Irap avevano riguardato Molise, Basilicata, Calabria, Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia e Liguria, per poi procedere con i già citati casi della settimana scorsa. Per essere più precisi, si è provveduto a inviare le istanze volte a restituire le maggiori imposte dell’Irpef e dell’Ires che erano state versate a causa della mancata deducibilità dell’imposta regionale sulle attività produttive: all’appuntamento sono stati chiamati tutti quei contribuenti che hanno indicato come domicilio fiscale, nella propria dichiarazione dei redditi, una delle regioni coinvolte.

Irap: meglio ridurla, se proprio non si può abolire

L’imposta regionale sulle attività produttive (Irap) è probabilmente una delle tasse meno gradite, anzi, tra le più odiate probabilmente da parte delle imprese; e se l’abolizione di tale imposta, anche per evitare ripercussioni sui conti pubblici, non appare nella sostanza possibile, quantomeno sarebbe necessario attuale una progressiva riduzione. Ogni anno, infatti, secondo quanto mette in evidenza la CGIA di Mestre, gli incassi da Irap per lo Stato ammontano ad oltre trenta miliardi di euro, di cui una larga fetta va a finanziare un settore indispensabile come quello della sanità. Pur tuttavia, Giuseppe Bortolussi, segretario della CGIA di Mestre, ritiene che si potrebbe alleggerire il carico fiscale da Irap delle imprese permettendo la deduzione degli interessi passivi dalla base imponibile dell’imposta. In questo modo, nelle casse delle aziende rimarrebbero 3,57 miliardi di euro, ed il Fisco, nonostante le attuali difficoltà congiunturali, potrebbe comunque sopportare il peso di tale mancato gettito.

Rimborsi Irap: “click day”, un meccanismo da superare

Quella dei rimborsi Irap quest’anno è stata una vicenda tormentata sia per l’Agenzia delle Entrate, sia per le imprese che ne dovrebbero beneficiare; il meccanismo del “click day” per ottenere i rimborsi, infatti, è stato aspramente contestato dalle PMI, visto che il criterio di assegnazione del beneficio è solo ed esclusivamente dato dall’ordine cronologico di presentazione delle istanze. E così, dopo un primo rinvio del “click day”, l’Amministrazione finanziaria ha deciso di “congelare” i rimborsi al fine di mettere a punto delle procedure non basate sulla rapidità dei click del mouse. Nei giorni scorsi, tra l’altro, la Confartigianato ed alcune Associazioni di categoria delle piccole e medie imprese hanno inviato una lettera ad Attilio Befera, Direttore dell’Agenzia delle Entrate, con oggetto proprio quello di superare in materia di rimborsi sull’imposta regionale sulle attività produttive (Irap) le oramai note ed odiate iniquità del click day.

Le imprese sono sempre più preoccupate dall’Irap senza fondi

Il prossimo 14 settembre prenderà il via il “click day” che andrà a stabilire i soggetti che potranno accedere ai rimborsi Irap relativi al periodo 2004-2007: bisogna però precisare che imprese e commercialisti hanno già espresso tutta la loro disapprovazione per questa sorta di sprint telematico. In effetti, solo un imprenditore su quattro sarà in grado di accedere al rimborso fiscale (100 milioni di euro per il 2009 per un totale di un miliardo fino al 2011), in quanto solamente chi sarà più veloce con il pc riuscirà ad avere la meglio. Tra l’altro, anche Confindustria Genova si è scagliata contro questo strumento, ritenuto discriminatorio e iniquo: come è stato più volte spiegato, infatti, i 100 milioni a disposizione sono una cifra fin troppo bassa, soprattutto in un momento come questo in cui le imprese hanno bisogno di liquidità. Ora, sono molti gli industriali a chiedere che il federalismo fiscale diventi una realtà concreta a breve termine, in modo da garantire una corsia preferenziale per le piccole e medie imprese.