Bollo titoli e rendite finanziarie, le nuove tasse

Nell’arco di pochissimi giorni in Italia sarà approvata la manovra finanziaria di correzione dei conti pubblici. L’attuale Governo in carica, quello di centrodestra, ha posto la fiducia ai fini dell’approvazione per accelerare l’iter e placare ogni forma di speculazione che nei giorni scorsi si è abbattuta non solo su Piazza Affari, ma anche sui titoli del debito pubblico. All’interno della manovra ci sono anche alcune misure che riguardano il risparmio e gli investimenti, a partire dal bollo sul deposito titoli. Ebbene, rispetto all’orientamento precedente, l’inasprimento della tassazione sul deposito titoli dovrebbe essere più graduale andando a penalizzare meno chi in banca ha piccoli patrimoni. Così come c’è grande attesa se all’interno della manovra sarà inserita o meno l’armonizzazione della tassazione delle rendite finanziarie.

Scudo e “moralità” fiscale

Cos’è lo scudo fiscale? Se ne sente ormai parlare tantissimo e forse non sono pochi coloro che non sanno precisamente di cosa si tratti. Partiamo dai paradisi fiscali. Chi ha deciso di non pagare le tasse ha depositato capitali stranieri all’estero e quindi in Italia é considerato evasore.

Lo stato italiano però può attuare una politica di rintracciamento di queste persone e quindi applicare grosse sanzioni. Ovviamente questo ha dei costi per lo Stato, ecco perchè il governo sta optando per lo scudo fiscale: esso consiste in una piccola multa (5% dei capitali) che dovranno pagare coloro che decidono di far rientrare i capitali in Italia. Pagando, i cittadini e il loro capitale saranno regolarizzati. Ammontano a quasi 300 miliardi di euro i patrimoni detenuti all’estero dagli italiani che potrebbero essere rimpatriati tramite la manovra.