L’Inghilterra si prepara alla tassa sul divorzio

Il divorzio é già di per sè una cotosa scelta che decidono di prendere due coniugi, che decidono di diventare ex. Gli sposi inglese potrebbero inoltre avere un balzello in più se decidono di mettere fine al loro matrimonio. I conservatori inglesi si apprestano a varare, in tempi che hanno definito più brevi possibili, un provvedimento, come avevano preannunciato prima delle elezioni se le avessero vinte, che tuteli il matrimonio. L’iidea che il governo inglese sta meditando, di mettere una “tassa sul divorzio”, sembra un’idea provocatoria più che un metodo per disincentivare la fine dei matrimoni, anche se i governatori sostengono la loro tesi.

Separazioni simulate per pagare meno tasse

Tra moglie e marito non mettere i dito. Così recita un vecchio detto popolare e i detti degli antichi, se sono arrivati sino ai nostri giorni, una qualche buona ragione ci sarà. E forse se ci si intromette troppo nei matrimoni, quelli meno stabili finiscono per vacillare e per divorziare. Oltre allo stress psicologico, il divorzio incide pesantemente sull’aspetto economico di chi ritorna single. In media 400 euro mensili da versare per il mantenimento dei figli non sono certo pochi.

Spese legali, mantenimento, figli, il divorzio costa veramente tanto. Eppure c’è chi divorzia per convenienza. Sembra che sempre più coppie simulino la separazione per risparmiare sulle tasse. Soprattutto al Centro Nord, tra le coppie di mezza età e di ceto medio si diffonde questo fenomeno: si risparmia riguardo a Ici, bollette, tasse universitarie, medicine, assegni familiari.

Tassa sul matrimonio a Roma? Alemanno: No grazie

Desiderate sposarvi nella città più bella del mondo? Tutto ha un prezzo e dopo spese ricevimento, abiti, fedi e luna di miele, arriva anche la tassa sul matrimonio. Qualcuno ha pensato di introdurre nella città di Roma un aumento delle tariffe per gli sposi da weekend (causa straordinari dei dipendenti). La proposta era stata infatti inserita all’interno della manovra finanziaria. La tassa imponeva si anche ai romani, come già accade per i non residenti, la celebrazione delle nozze programmate nei week-end (200 euro) e nei giorni feriali fuori dagli orari previsti (150 euro). E non erano pochi i romani “costretti” a sposarsi nel week end dato che la settimana era spesso occupata.

Ecco come commentava il consigliere comunale di Roma del Pd, Athos De Luca: