Fisco britannico e arte italiana: niente imposta di successione

La pittura e l’arte del nostro paese non sono mai state così vicine al mondo tributario di Sua Maestà la regina: in effetti, trasferendo all’erario la proprietà di un’opera d’arte del nostro paese si può ottenere una vantaggiosa estinzione del versamento fiscale dell’imposta di successione, ma non si tratta dell’unica tassa coinvolta in questo senso. Cerchiamo di comprendere meglio la vicenda. Il contribuente interessato avrà, anzitutto, la possibilità di non pagare la tassa in questione e potrà farlo impegnandosi a cedere in una data futura un determinato bene artistico di sua proprietà. L’opera, poi, seguirà un iter del tutto particolare, visto che verrà destinato all’amministrazione finanziaria e poi alle autorità pubbliche che ne faranno richiesta, come ad esempio i musei e le gallerie d’arte. L’intento è abbastanza evidente, si vuole consentire di apprezzare un bene così pregiato a tutti, interrompendo la fruizione esclusivamente di tipo privato.

Boom del fisco britannico: Iva sugli scudi

L’amministrazione finanziaria della Gran Bretagna ha letteralmente messo le ali: il gettito fiscale conseguito infatti dall’HMRC (acronimo che sta per Her Majesty’s Revenue and Customs, l’Agenzia delle Entrate britannica) è tornato in territorio positivo ad aprile dopo oltre due anni, mettendo anche a tacere il pessimismo che era sorto alla luce della recente introduzione della legge di Bilancio. Il paese dovrà quindi riscrivere in qualche modo la propria agenda economica, soprattutto dal punto di vista fiscale. Come è stato possibile raggiungere un simile traguardo in un momento così travagliato? L’Imposta sul Valore Aggiunto è stata quella che ha messo a segno il rialzo più evidente, addirittura un incremento di 34 punti percentuali; da cinque anni è stata fissata un’aliquota pari al 17,5%, dopo la lunga transizione da parte di quella al 15%, ma gli incrementi non sono dovuti in gran parte a ciò.

 

Fisco britannico: le novità in materia di transfer pricing

Lo scorso 23 aprile lo Special Commissioner of Income Tax, il primo grado della giustizia tributaria britannica, aveva pubblicato una storica sentenza circa il transfer pricing, anche se, bisogna sottolinearlo, l’interesse valica i confini dello stesso Regno Unito. Si tratta di una questione fondamentale, che concerne la determinazione dei prezzi di trasferimento infragruppo e dei cosiddetti prezzi “comparables. Quale caso è stato al centro di questo confronto? La Dsg Retail Ltd, tra i maggiori distributori britannici per quel che riguarda i beni di largo consumo e i prodotti elettronici, era finita sotto l’attenzione del fisco del Regno Unito per i premi pagati tra il 1996 e il 2004 ad entità residenti nell’Isola di Man; in particolare, come già accennato in precedenza, la questione rilevante si riferiva alla determinazione dei prezzi di trasferimento.