Iva: dal 2011 le nuove aliquote

A mali estremi mali rimedi. Chi l’avrebbe mai detto che i problemi di evasione possono essere risolti con una serenata. Se non ci credete, é recente la notizia di una cittadina bulgara, Sopot, il cui sindaco ha escogitato un sistema che poi si è rivelato efficace per indurre i cittadini a pagare le tasse. In pratica chi non paga le tasse si ritrova il coro maschile e la banda musicale della città, assistiti dal sindaco e in presenza di agenti del fisco, appostati sotto casa mentre intonano serenate di canzoni patriottiche riadattate per l’evasore. I cantanti non si fermano finchè l’evasore non esce fuori a saldare il debito. I musicisti suonano non solo per tasse non pagate, anche le multe sono spesso protagoniste di imbarazzanti quanto curiosi ritornelli.

Contribuenti italiani alle prese coi debiti del Natale 2009

Il Natale 2010 è alle porte, ma molti contribuenti italiani sono ancora alle prese con il saldo dei debiti del Natale 2009, ovverosia quello dello scorso anno. A sostenerlo è Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani, in forza ad uno studio che è stato condotto da KRLS Network of Business Ethics, e da cui è emerso come i contribuenti alle prese con il rimborso dei debiti pregressi di un anno fa siano in Italia ben 3,7 milioni. Questo, in particolare, è dovuto al cosiddetto “denaro di plastica“, ovverosia alle carte di credito che, con la modalità revolving, permettono di fare acquisti durante il Natale e poi rimborsare a rate a poco a poco nei mesi successivi con interessi salati e con la conseguenza che poi il rientro dal debito slitta sempre di più fino ad arrivare addirittura al Natale successivo.

Polonia: nuove tasse sul sistema bancario frenano Unicredit

Secondo alcune indiscrezioni, il Governo polacco potrebbe introdurre per la fine dell’anno nuove tasse per 350/400 milioni di euro a carico del sistema bancario. Unicredit controlla la Bank Pekao, detenendone una quota importante. Potrebbe essere stata “contagiata” dall’Ungheria? Quest’ultima infatti, contravvenendo alle indicazioni del Fondo monetario internazionale e dell’Unione europea, tramite il parlamento di Budapest, a larga maggioranza (301 voti a favore e 12 contrari), ha approvato un pacchetto di misure economiche che prevede una tassa salata per gli istituti di credito e le compagnie di assicurazione. Tenendo conto che la quota di Unicredit in Bank Pekao è del 60%, una prima stima indicativa della maggior tassazione si aggira attorno ai 40/50 milioni di euro, un colpo non troppo duro per l’istituto finanziario contando che sarà un impatto pari al 2/3% dell’utile netto, ma non sono pochi a immaginare che la banca poi decida di aumentare dei costi, in altri Paesi, per colmare la lacuna in Polonia.

Tassa sulle banche all’insegna della flessibilità

I leader Ue hanno raggiunto l’intesa sull’introduzione di una tassa sulle banche, ma sarà ogni singolo Paese a decidere i criteri. Le banche subiranno un prelievo affinchè contribuiscano al costo della crisi. Bisogna tassare chi ha messo a rischio il mercato, come sostiene la cancelliera tedesca Angela Merkel, mostrando il suo favore all’idea sia di una tassa sulle banche sia di una tassa sulle transazioni finanziarie. Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha chiarito nei giorni scorsi la posizione italiana all’indomani del consiglio europeo dei capi di stato e di governo e ha mostrato di non essere contrario al “principio” di tassare il sistema bancario per accantonare risorse in un fondo.