Fisco e tasse: Entrate, comunicazioni massive intelligenti

Le comunicazioni massive che il Fisco invia ai contribuenti in futuro saranno programmate secondo un apposito calendario a revisione trimestrale, in modo da renderle “intelligenti“, ed in modo tale da ridurre al minimo i disagi per gli Uffici delle Entrate. A dare notizia in data odierna, martedì 19 luglio del 2011, è stata proprio l’Agenzia delle Entrate nel far presente al riguardo come sia stato pubblicato proprio oggi un apposito provvedimento per la creazione di un apposito gruppo di lavoro, sotto il coordinamento del direttore centrale Amministrazione, Pianificazione e Controllo, Marco Di Capua. Il gruppo si occuperà di razionalizzare le comunicazioni e di mettere a punto un nuovo calendario ragionato ed intelligente per cui le richieste e le lettere di documenti non saranno più inviate ai contribuenti in concomitanza con quelle che sono le principali scadenze fiscali.

L’ex socio che non comunica col Fisco rischia di pagare imposte e sanzioni

La comunicazione col Fisco è da sempre un elemento fondamentale e imprescindibile: tale fattore è ora stato ancor più evidenziato da una sentenza della Corte di Cassazione (la 11548 dello scorso 19 maggio), la quale ha espressamente disposto che un socio che esce da una compagine aziendale è tenuto a pagare imposte, interessi e sanzioni nel caso non abbia comunicato all’Amministrazione Finanziaria la propria uscita dalla società. In questo caso, poi, a tale soggetto non è nemmeno consentito effettuare una rivalsa nei confronti della stessa azienda che lo ha inserito nella dichiarazione dei redditi anche dopo l’allontanamento. La sentenza della Cassazione si riferiva al caso di una richiesta di risarcimento proposta da un agente assicurativo verso un suo ex socio. Non è stato dunque possibile accettare la domanda di risarcimento del danno per l’erronea comunicazione dei dati fiscali: il Fisco ha precisato di non essere a conoscenza della cessazione dell’attività del soggetto, ed ha quindi ritenuto non fedele la dichiarazione di quest’ultimo, che aveva dichiarato un reddito nettamente inferiore. L’onere di comunicare all’Amministrazione la conclusione del rapporto di lavoro spettava solamente al socio, insieme all’impugnazione dell’erroneo accertamento del Fisco.