La Coldiretti apre alla tassa sulle bevande gassate

Anche la Coldiretti ha deciso di scagliarsi contro l’obesità e il cibo spazzatura: uno dei principali fattori scatenanti di questo problema, infatti, viene rinvenuto nel consumo di bevande che presentano anidride carbonica, tanto che ormai la dieta mediterranea viene sempre più snobbata a tavola. Secondo la confederazione dei coltivatori, in particolare, non sarebbe poi così sbagliato seguire l’esempio della Francia, la quale ha recentemente fissato la propria imposizione fiscale in merito alle bibite in questione, in primis quelle più famose prodotte dalle multinazionali americane. È soprattutto il consumo di frutta e verdura che risente di questa passione dei ragazzi, anche quelli del nostro paese.

Dalla PlasTax all’utilizzo di sacchetti biodegradabili

In Europa si consumano ogni anno circa 100 miliardi di sacchetti di plastica importati per la maggioranza da paesi asiatici come la Cina, Tailandia e Malesia – afferma in uno studio Coldiretti – . Tali sacchetti vengono dispersi nell’ambiente dove occorrono almeno 200 anni per decomporli. Un effetto inquinante sull’ambiente che si aggiunge alla emissione di gas a effetto serra destinato a influenzare negativamente il clima e al consumo di combustibile di origine fossile contro i quali l’Unione Europea si è impegnata a combattere con la firma del protocollo di Kyoto.

Ma in Europa arriva la soluzione: entro il prossimo 31 dicembre, secondo la direttiva europea EN13432, i sacchetti in polietilene verranno infatti sostituiti dai sacchetti biodegradabili. In alcuni Paesi d’Europa i sacchetti di plastica hanno già iniziato il loro declino, alcuni hanno introdotto tasse e tributi proprio per disincentivare l’uso del polietilene. Lo scopo preciso é quello di disincentivare l’uso dei sacchetti che tanto danneggiano il nostro ambiente. Chi ha iniziato questa lotta ai sacchetti é stata l’Irlanda, che in breve tempo si è imposta come modello per molti paesi europei.

Foggia: tassa sul grano in deposito

L’accordo del 22 aprile alla presenza del prefetto Nunziante – afferma Coldiretti – il quale potrà testimoniarne il carattere volontaristico, riguarda una storica consuetudine di “conto deposito a parola” che regola i rapporti fra commercianti e produttori nel 90% dei casi. Ci chiediamo se non sia colpevole il comportamento di chi preferisce lasciare le cose così, oppure non sia opportuno stabilire delle regole chiare che evitino agli agricoltori di subire ricatti come accade ormai da mesi.

Forte l’asserzione di Coldiretti ma che molto probabilmente ottiene il plauso e l’appoggio di non pochi contadini. Ma l’associazione non si ferma e continua in una lettera aperta: