Bankitalia: scudo fiscale bocciato

La Banca d’Italia non ha tardato a dire la sua riguardo il provvedimento fiscale più controverso dell’ultimo periodo. Così, mentre Di Pietro parla dello scudo fiscale come lavatoio mondiale della criminalità organizzata, Bankitalia manifesta il suo dissenso.

E sembra che il dissenso sia fondato sui numeri: l’istituto di via Nazionale ha rilevato anche un incremento dell’evasione fiscale. Il direttore generale della Banca d’Italia Fabrizio Saccomanni ha sottolineato quali effetti negativi possa avere lo scudo fiscale sugli incentivi dei contribuenti a pagare le tasse per il futuro e ricordato che simili provvedimenti sono stati presi anche in altri paesi, ma in quei casi sono stati accompagnati dalla richiesta di pagamento di tutte le imposte dovute.

All’estero l’adesione almeno comporta il pagamento dell’intero ammontare delle imposte dovute e non versate, inclusi gli interessi per ritardato pagamento – afferma Saccomanni -. In Italia invece, oltre ad essere anonima, l’adesione comporta un costo relativamente modesto: Lo scudo può essere utilizzato a fronte di qualsiasi accertamento fiscale e previdenziale, anche su redditi derivanti da attività svolte in Italia e non direttamente ricollegabili ai beni rimpatriati e regolarizzati.

Tassa riserve auree: Bce boccia proposta del governo

La Bce non da’ l’ok all’emendamento al decreto anticrisi che avrebbe modificato la tassazione sull’oro non commerciale e cambiato il regime fiscale al quale sono soggette le riserve auree di Bankitalia. Secondo la Bce:

La proposta pregiudica l’indipendenza finanziaria della Banca d’Italia, favorendone una riduzione di risorse che non ha alcun rapporto con l’ammontare dei profitti realizzati.

Inoltre la Bce ha affermato che con il decreto viene pregiudicata «l’indipendenza istituzionale» di Via Nazionale, che è responsabile della detenzione e della gestione di riserve estere. Infine, come si legge in una nota della Bce:

Tassate le plusvalenze auree di Bankitalia

L’art. 14 del nuovo decreto fiscale varato il 26 giugno dal Governo potrebbe tassare le riserve auree di Bankitalia. In base a quanto riferito dal quotidiano finanziario MF-Milano Finanza, il decreto stabilisce che le plusvalenze iscritte in bilancio derivanti dall’apprezzamento dell’oro siano sottoposte a una tassazione pari al 6%.

Saranno soggetti all’imposta tutti i lingotti, anche quelli depositati presso terzi o risultanti da conti bancari disponibili. Saranno esclusi solamente i lingotti conferiti in adempimento di obblighi derivanti dall’appartenenza alla comunità europea (quindi tutto l’oro della Banca d’Italia, tranne quello conferito alla Bce). Al 31 dicembre 2008, le riserve di Bankitalia ammontavano a 48,9 mld euro, oltre 4 mld in piu’ rispetto al 2007 sui quali si dovrà calcolare l’imposta.