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La tassa sugli strumenti finanziari penalizza i piccoli investitori

Negli ultimi tempi , con le varie manovre finanziarie varate, l’esecutivo si è concentrato sulla tassazione delle attività finanziarie sia italiane che estere (IVIE, IVAFE, aumento bollo su conti corrente, ecc.). L’ultima imposta di questo tenore è la cosiddetta tobin tax, che riguarderà lo scambio di azioni e derivati finanziari. La tassa sulle transazioni finanziarie sarà applicata dalla maggior parte degli stati membri europei e le caratteristiche principale saranno tratteggiate a livello europeo, con i singoli Stati che la disciplineranno a livello di modalità di riscossione.

L’Italia, con il recente ddl sviluppo, ha stabilito che la tassa sulle transazioni finanziarie debba essere applicate agli scambi di strumenti finanziari in cui almeno una parte è residente in Italia e con aliquota dello 0,05 %. Le ripercussioni di tale nuova imposizione, sono state delineate direttamente dal Governo che nella relazione tecnica al disegno di legge ha preventivato un gettito di 1 miliardo di euro per l’erario ma anche una caduta di scambi nei mercati finanziari che potrà raggiungere anche l’80 %.

Oltre alla tobin tax, l’esecutivo ha già introdotto, a partire proprio dal 2012, una mini patrimoniale da applicare a tutti i possessori di strumenti finanziari. Per il 2012 il Governo ha stabilito che l’imposta sarà dovuta in relazione all’1 per mille su tutti gli strumenti finanziari posseduti ( con un limite minimo di 34,2 euro ed un limite massimo di 1200 euro), mentre nel 2013 l’aliquota salirà all’1,5 per mille e scomparirà anche il tetto massimo.

A guardarla così l’imposta potrebbe apparire come una sorta di tassa patrimoniale, destinata a far pagare di più chi più possiede in termini di strumenti finanziari. Tuttavia il limite minimo costituisce una “gabella” destinata ad incedere di più su chi ha di meno (per quanto riguarda azioni e altri titoli). Chi infatti ha smobilizzato investimenti finanziari dirottando i proventi sul proprio conto corrente ( anche milionari) pagherà sempre 34,20 euro, la stessa cifra che pagherebbe un piccolo investitore che ad esempio ha investito 500 euro in titoli. In termini percentuali la differenza è evidente ( nel primo caso l’imposta sarebbe sotto l’1 % mentre nel secondo caso è circa il 7 % dell’investimento fatto).