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Fisco: l’avviso bonario non è impugnabile

L’avviso bonario inviato dal Fisco al contribuente rappresenta nell’ambito della pretesa tributaria una “bozza”, e quindi risulta essere a prova di d’impugnabilità. A farlo presente con una risoluzione, la numero 110/E, è stata l’Agenzia delle Entrate nel sottolineare al riguardo come il ricorso contro l’avviso bonario nella nostra giurisdizione tributaria vigente non trovi spazio visto che il fine dell’avviso bonario è anche quello di poter andare ad evidenziare, a cura del contribuente, eventuali notizie e/o dati che nell’ambito della pretesa tributaria il Fisco non ha preso in considerazione; l’avviso bonario, quindi, individua una pretesa tributaria “in bozza” visto che la comunicazione al contribuente può essere anche finalizzata ad evitare che certi errori possano essere reiterati da parte dell’Amministrazione finanziaria. Nella risoluzione, già pubblicata sul sito Internet dell’Agenzia delle Entrate, si sottolinea come l’avviso bonario non sia espressione di un potere pubblicistico autoritativo  in quanto non produce in maniera immediata degli effetti negativi a carico del destinatario.

Quando allora un atto che è stato emanato dall’Amministrazione finanziaria è impugnabile? Ebbene, con una nota ufficiale la risposta in merito è stata fornita proprio dall’Agenzia delle Entrate la quale, anche facendo riferimento ai recenti pronunciamenti da parte della Corte di Cassazione, ha sottolineato come questo sia impugnabile quando si va a qualificare come un avviso di accertamento oppure di liquidazione.

In tal caso, infatti, rispetto all’avviso bonario, questi atti individuano una pretesa fiscale e tributaria impositiva che risulta essere non solo definita, ma anche non condizionata, ragion per cui il contribuente può procedere con una eventuale impugnazione. Nella risoluzione, inoltre, l’Agenzia delle Entrate ha fatto presente come quanto sopra detto valga anche nel caso in cui l’atto non si chiuda con un’intimazione al ricorso a strumenti di riscossione esecutivi, ma con un invito bonario diretto al contribuente a versare quanto dovuto.