Home » Agenzia delle Entrate » Correttivi per gli studi di settore: a volte ritornano

Correttivi per gli studi di settore: a volte ritornano

Il 2010 sarà il momento giusto per la terza revisione degli studi di settore relativi a Gerico 2009: tali correttivi, i quali seguono da vicino quelli adottati in maniera ordinaria quest’anno, verranno utilizzati ai fini degli accertamenti. Comunque, c’è da precisare che non è prevista alcuna moratoria degli studi, visto che sarà preferita la strada dell’aggiornamento annuale. La decisione è stata presa dopo aver esaminato i dati delle dichiarazioni fiscali presentate a settembre dai soggetti che hanno utilizzato gli studi. Sono state soprattutto le associazioni di categoria a premere per ottenere i correttivi congiunturali anche per il prossimo anno: secondo Giampietro Brunello, ad di Sose, la partita in gioco prevede ora l’applicazione dei giusti correttivi per Gerico 2010.

 

Daniele Molgora, sottosegretario all’Economia, ha invece espresso tutta la sua soddisfazione per i risultati ottenuti tramite l’utilizzo degli studi di settore: la raccolta dei dati è risultata abbondante e capillare, secondo lo stesso Molgora, ma per il momento le risorse devono essere destinate a una riduzione del carico fiscale piuttosto che a una moratoria degli studi o degli accertamenti. Rimane comunque ancora molto lavoro da fare per quel che riguarda alcuni settori da controllare fiscalmente. Questa terza revisione si inserisce in un periodo in cui i contribuenti hanno già provveduto ad applicare gli studi: essa farà riferimento agli accertamenti futuri dell’Agenzia delle Entrate, la quale quindi terrà conto di un numero molto ampio di dati per valutare l’andamento delle imprese nel 2009.

 

I correttivi finora utilizzati hanno consentito di ridurre il totale dei soggetti non congrui (si è passati dal 22% al 20%), ma bisogna anche tener conto della vasta platea composta da coloro che non si sono adeguati agli studi (circa 265.000 contribuenti). Un commento positivo alla questione è arrivato dal presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, la quale ha però auspicato di inquadrare il discorso in un più ampio calo della pressione fiscale.