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Fisco e imprese: aumentano gli amministratori senza competenze

Continuano a proliferare nel nostro Paese le società di capitali costituite con a capo amministratori e soci senza alcuna competenza, spesso molto giovani, altrettanto spesso nullatenenti. A rilevarlo è stata Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani, per quello che rappresenta un fenomeno allarmante in una fase molto critica come quella attuale caratterizzata da attacchi speculativi sulla nostra economia, sulla finanza e sul debito pubblico. Trattasi, in particolare, delle cosiddette società con a capo le “teste di legno” che esercitano un ruolo fittizio e che rappresentano in tutto e per tutto delle società veicolo per dribblare il Fisco, ovverosia per evadere le tasse. Riguardo alla nascita di queste società con fini truffaldini, secondo quanto riporta Contribuenti.it, si va a “pescare” tra i giovani e le donne che non trovano sbocco nel mondo del lavoro e che si prestano a diventare amministratori fittizi di società costituite appositamente da soggetti che, senza scrupoli, hanno avuto spesso problemi legati a fallimenti aziendali, truffe ed altri reati economici.

Solo a valere sull’anno in corso l’Associazione Contribuenti Italiani conta quasi 3 mila società di capitali aventi soci ed amministratori giovani con scarse competenze e nullatenenti. Il tutto si manifesta a fronte di un tasso di evasione fiscale che, non lo scopriamo di certo oggi, rimane molto elevato ed anzi è crescente.

In base alle stime di Contribuenti.it si viaggia a ritmi di crescita dell’evasione fiscale a due cifre a fronte di un reddito imponibile evaso sopra il 50% a circa 170 miliardi di euro l’anno. Da questo punto di vista, quello dell’evasione, l’Italia è un Paese primatista europeo in grado di precedere, di certo non con onore, Paesi dell’Est come la Romania, la Bulgaria, l’Estonia e la Slovacchia. Basti pensare alle tante imprese che ogni anno dichiarano perdite, non pagano le tasse, e non effettuano alcuna operazione di aumento di capitale.