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Beni aziendali, presto un modello ad hoc per la comunicazione

La nostra amministrazione finanziaria sta pianificando nel dettaglio la comunicazione tributaria che andrà a riguardare da vicino alcuni beni societari che vengono solitamente concessi in uso a soci aziendali o parenti: in effetti, l’intenzione dell’Agenzia delle Entrate è quella di attuare quanto contenuto all’interno della cosiddetta “manovra di Ferragosto”. Questo testo normativo fa riferimento, tra le altre cose, anche agli immobili, alle imbarcazioni e alle autovetture, sui quali andranno condotte delle accurate verifiche per appurare il corretto utilizzo in questione. Le Entrate hanno voluto anticipare questo lavoro ai media, ricordando che a breve verrà predisposto finalmente il modello che dovrà essere sfruttato da tutti i soggetti coinvolti per comunicare tali informazioni, oltre che per migliorare i controlli sulle società che devono effettuare la comunicazione stessa.

Quest’ultima, inoltre, avrà come unico destinatario la stessa Agenzia delle Entrate, altrimenti si rischiano delle pene piuttosto importanti, così come descritto all’interno della manovra citata in precedenza. Quali obiettivi si intendono perseguire in questa maniera? Anzitutto, si vuole far proseguire l’imposizione fiscale della differenza tra il valore di mercato del bene aziendale e l’ammontare del corrispettivo che ogni singolo anno si riferisce al godimento dei beni d’impresa, una concessione che, come già ricordato, riguarda i soci oppure i familiari dell’imprenditore.

Quindi, emergeranno in modo più nitido ed evidente quelle aziende che vengono poste in essere al fine di consentire l’esclusiva fruizione di beni di lusso, una situazione fiscale che poi non viene dichiarata dai possessori stessi: insomma, si tenta di lanciare una sfida aperta a una parte sostanziosa di evasione fiscale. Allo stato attuale delle cose, comunque, mancano ancora dei chiarimenti in merito al modo con cui dovrà essere determinato questo valore di mercato, fondamentale per ottenere le somme precise su cui andare ad applicare la tassazione dei soci; l’uso gratuito, infine, fa perdere totalmente la deducibilità dei costi relativi ai medesimi beni.

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