Le nuove imposte turistiche di Barcellona

La tassa di soggiorno è senza dubbio l’argomento maggiormente dibattuto per quel che riguarda il nostro paese e i diversi comuni coinvolti: l’ultimo caso su cui si è posto l’accento è quello di Licata, mentre, spostandosi più a Nord, a Bologna già si calcola il gettito. Ma anche all’estero la situazione non cambia di molto. In particolare, chi volesse recarsi in una meta ambita e molto gettonata come Barcellona, si accorgerà di una nuova spesa che dovrà essere sostenuta per la vacanza. In effetti, la Spagna vive una delle situazioni finanziarie più complicate dell’intera eurozona, dunque, oltre ad aver deciso di aumentare le tasse aeroportuali, ha imposto anche una salata tassa di soggiorno per la città catalana.

Il gettito della tassa di soggiorno a Bologna

La tassa di soggiorno è stata accompagnata sin dalla sua nascita e per tutta la successiva scoperta da critiche e forti attriti: tra i comuni più o meno propensi a rimpinguare le loro casse e gli albergatori preoccupati di perdere qualche cliente e turista di troppo, è già giunta l’ora di fare qualche conto. È il caso di Bologna, in cui l’imposta in questione è stata fatta partire lo scorso 1° settembre, quasi due mesi fa per la precisione. Che bilancio si può fare di un periodo, pur se così breve? Il gettito che il municipio felsineo è riuscito a ottenere è stato pari a 337mila euro, ma si è soltanto all’inizio.

Turismo: cancellazione tassa di soggiorno in Sardegna

Riteniamo che la tassa di soggiorno sia stata un grande successo là dove è stata applicata. Nel comune di Villasimius sono stati raccolti 500mila euro che sono andati per la gran parte a piccole cooperative locali che si occupano di pulizia delle spiagge, servizi ambientali o intrattenimento dei turisti. Insomma, è un’imposta che crea reddito.

Così difendeva la tassa di soggiorno Chicco Porcu, consigliere regionale del Partito democratico.

Roberto Capelli dell’Udc sin da subito a sfavore: