Fisco: un italiano su 3 non paga le tasse?

L’evasione fiscale non lede solo allo Stato e ai servizi (meno entrate per lo Stato, meno spese), ma anche alle tasche di onesti cittadini. A causa dell’evasione fiscale, secondo la Cgil, i contribuenti onesti pagano ‘una tassa in piu”: in pratica 3.000 euro l’anno piu’ del dovuto. Il sindacato ha presentato la mobilitazione ‘per un fisco piu’ giusto’ in occasione dello sciopero del 12 marzo. Cgil chiede una riduzione delle tasse su lavoratori dipendenti e pensionati (che ovviamente al fisco non possono sfuggire: i redditi dichiarati infatti derivano per il 78% da retribuzioni da lavoro dipendente e da pensioni) con un bonus di circa 500 euro entro primavera e poi con 100 euro medi mensili di riduzione del prelievo per 3 anni. Sembrerebbe un sogno per molti.

Dai dati delle dichiarazioni dei redditi del 2007 e presentate dai contribuenti nel 2008, risulta che Il 27% dei cittadini paga zero Irpef all’erario. Quindi significa che siamo un popolo di poveretti? Molti infatti non non pagano l’imposta sul reddito delle persone fisiche per effetto del reddito basso, oppure perché riescono a compensare l’imposta dovuta con deduzioni e detrazioni (es. interessi passivi sulla prima casa o detrazioni per i figli e sgravi per le ristrutturazioni).

Fisco e pensioni: quelle d’oro alzano la media

Da parecchio tempo, e comunque da quando è scoppiata la crisi in Italia e nel mondo, i Sindacati chiedono nel nostro Paese più attenzione non solo per i lavoratori a reddito fisso, ma anche per i pensionati. La perdita del potere d’acquisto ha pesato e sta continuando a pesare come un macigno sui bilanci delle famiglie che vivono di reddito fisso, in molti casi l’unico che entra in famiglia; così come i pensionati oramai sentono molto spesso non la crisi della terza o della quarta settimana, ma quella della seconda. I pensionati nel nostro Paese, tra l’altro, in materia di pensione incassata non sono di certo dei privilegiati, ragion per cui un alleggerimento della tassazione darebbe respiro a centinaia di migliaia di persone anziane, spesso sole ed abbandonate a se stesse.

Dichiarazione redditi: 5xmille all’Unicef, ma su 10 euro solo 6 ai poveri

Quante volte al supermercato troviamo dinanzi a noi giovani studenti che chiedono un contributo per associazioni ummanitarie: la fame nel mondo, l’Aids, sclerosi multipla, sono solo alcuni dei mali che attanagliano il pianeta in questo secolo.

Piccoli gesti, pochi euro che possono fare qualcosa, se siamo in tanti a contribuire. Per dovere di cronaca dobbiamo però dire che non tutto il denaro che doniamo va realmente ai bambini poveri. L’Unicef per esempio si avvale di quasi un milione di euro di consulenze in Italia e 16 milioni di dollari di altre collaborazioni esterne a New York, 956mila euro di spedizioni postali a Roma e 74 milioni di dollari investiti dall’ufficio centrale negli Stati Uniti per la comunicazione interna e istituzionale.

Ci sono quindi parecchi costi da sostenere. Sono inoltre da aggiungere l’affitto delle sedi e l’acquisto di beni per la raccolta dei fondi: quasi un miliardo di dollari di gestione generale.