Kuwait, l’Fmi vuole riformare il sistema fiscale

Gli interventi da realizzare per il miglioramento politico ed economico del Kuwait sono davvero molti, ma intanto si potrebbe cominciare dal fisco: è questa l’opinione del Fondo Monetario Internazionale, il quale ritiene opportuna e necessaria una riforma dal punto di vista tributario. Queste misure vengono praticamente suggerite dalle stime sul futuro finanziario del paese arabo, destinato a veder crescere il prodotto interno lordo nel corso di quest’anno, ma anche nel prossimo triennio: appare scontato sottolineare che il petrolio sarà il motore di questi rialzi, ben sostenuto dalla domanda internazionale. Inoltre, bisogna aggiungere che nell’anno fiscale compreso tra il 2010 e il 2011 lo stesso organismo di Washington ha calcolato una spesa totale in aumento di ben ventuno punti percentuali. Ma su quali basi deve poggiare questa riforma?

Fmi: si lavora alla cooperazione sulle due tasse bancarie

Dominique Strauss-Kahn, direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, ha le idee molto chiare per quel che concerne la riforma del settore finanziario da attuare: le ipotesi che l’organizzazione sta prendendo maggiormente in considerazione si riferiscono alle due nuove tasse da applicare nei confronti degli istituti di credito, un’operazione fiscale ben vista da paesi come Germania e Francia, ma apertamente contrastata dal Canada. L’intento principale è quello di ottenere la massima cooperazione internazionale: le due nuove imposte sono state studiate proprio per tentare di limitare il più possibile il rischio sistemico dal punto di vista finanziario. Entrando nel dettaglio di queste proposte, vi è anzitutto un contributo per la stabilità finanziaria, il quale deve essere usato per la copertura dei salvataggi bancari più costosi e per evitare il nuovo carico dei costi della crisi. In questo caso, il gettito tributario conseguente potrebbe andare a rappresentare una percentuale compresa tra il 2 e il 4% del prodotto interno lordo della nazione che avrà applicato la tassa.

 

L’Fmi presenterà due nuove tasse sul sistema bancario

Il Fondo Monetario Internazionale punta sull’aspetto fiscale per avviare nel migliore dei modi il proprio progetto di exit strategy: l’organizzazione nata a Bretton Woods ha infatti intenzione di introdurre due nuove imposte all’interno del sistema bancario internazionale, in modo da recuperare tutti gli sforzi profusi nel corso della crisi economica. Come è noto, i governi di tutto il mondo hanno versato ingenti somme di denaro presso gli istituti di credito più in difficoltà: l’idea dell’Fmi è quella di mettere da parte, per il momento, la Robin Tax (piccola imposizione sulle operazioni finanziarie) per far spazio invece a una tassa da applicare sul bilancio bancario, così come si sta già verificando in Svezia. Dal Fondo, inoltre, fanno sapere che l’alternativa più valida in questo senso è la tradizionale tassa sui profitti bancari, ma soltanto quando si tratta di determinati livelli economici. Ci troviamo quindi di fronte a due possibili modelli tributari da porre in essere nei principali governi; tassare i bilanci delle banche potrebbe consentire di limitare la creazione di assets troppo grandi, i quali sono solitamente i principali responsabili dell’aumento della base imponibile.