L’Irs pubblica la lista delle principali truffe fiscali del 2011

L’ultimo annuncio dell’Internal Revenue Service, l’Agenzia delle Entrate americana, è stato molto chiaro: la lista annuale dei “dirty dozen è pronta anche per il 2011, si tratta in pratica dell’elenco di truffe fiscali che l’ente ha riconosciuto ed identificato e che comprende frodi finanziarie, evasioni e occultamenti di redditi in centri offshore. Secondo Doug Shulman, membro dello stesso Irs, siamo addirittura di fronte al “peggio del peggio” dal punto di vista tributario. L’impegno, ovviamente, è quello di contrastare tali fenomeni e l’operato di chi se ne rende protagonista: i mezzi a disposizione sono molti, dalle pesanti sanzioni fino al carcere, e a conferma che negli Stati Uniti si fa sul serio in questo campo, i contribuenti coinvolti nelle frodi sono obbligati a ripagare tutte le imposte dovute, maggiorate di un forte interesse e altre multe. Al vertice della lista figurano le transazioni abusive offshore; come è noto, i contribuenti cercando di evitare o anche evadere le imposte americane sul reddito, trasferendo opportunamente le somme a loro disposizione in istituti di credito presenti nei cosiddetti paradisi fiscali.

Svizzera: accordi tributari molto vicini con Italia e Francia

La Confederazione elvetica ha dunque trovato due controparti ideali per porre in essere le proprie intese fiscali più vantaggiose: i negoziati tra Svizzera, Italia e Francia stanno diventando sempre più probabili, anche e soprattutto alla luce degli accordi siglati nel corso dell’ultima settimana dalla stessa nazione rossocrociata con Germania e Regno Unito. Quali sono gli obiettivi in questo senso? Patrick Odier è il numero dei banchieri svizzeri e ha voluto far sapere che proprio l’Italia, insieme ai nostri cugini d’oltralpe, potranno beneficiare di una maggiore trasparenza e comprensione dal punto di vista dei servizi offerti dagli istituti di credito. Le discussioni in questione, comunque, sono ancora in una fase preliminare. È ben noto come la Svizzera sia uno dei luoghi privilegiati per aprire conti correnti protetti dal cosiddetto segreto bancario, tanto che sono stati stimati ben duemila miliardi di dollari di denaro straniero nei depositi di Berna e dintorni.

L’India bandisce il turismo fiscale iniziando da Singapore

L’India e la sua finanza nazionale sono tra i più esposti per quel che riguarda i paradisi fiscali internazionali: l’allarme è stato lanciato, non molto tempo fa, dall’amministrazione tributaria del paese asiatico, ma sembra che sia stata trovata una soluzione abbastanza efficace in questo senso, così come è stato annunciato da Pranab Mukherjee, il ministro delle Finanze, in occasione di una interrogazione parlamentare. Si punta dunque tutto sui cosiddetti centri “offshore, partendo anzitutto con Singapore, fino ad arrivare ai centri europei. Il Central Board of Direct Taxes, l’autorità delle Entrate indiane, intendono in questo modo raccogliere il maggior numero di informazioni fiscali possibili: recandosi direttamente in questi paesi, infatti, ci sono più possibilità di ottenere riscontri veritieri sulla reale situazione finanziaria.

 

Australia: intensificata la lotta ai paradisi fiscali

In Australia la lotta all’evasione fiscale entra finalmente nel vivo: l’Australian Taxation Office, vale a dire il fisco della nazione oceaniana, sta infatti chiudendo sempre più il cerchio attorno al fenomeno dell’offshore, richiedendo, in particolare, un buon numero di informazioni agli istituti di credito per comprendere meglio quali sono quei contribuenti che hanno trasferito al di fuori dei confini australiani i redditi non dichiarati o deduzioni fiscali eccessive. Tutte queste informazioni risulteranno ovviamente molto utili all’amministrazione finanziaria, visto che sarà così possibile confrontare i dati ottenuti con quelli già presenti nei propri database. Il periodo di riferimento per quel che riguarda il monitoraggio delle dichiarazioni dei redditi è quello che va dal 1° luglio 2005 al 30 giugno 2009.