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Risparmiare con i fringe benefit nel 2021: tutto ciò che bisogna sapere

Risparmiare sulle spese aziendali non è semplice, ma spesso vi sono sgravi fiscali e iniziative che possono venire incontro sia all’imprenditore che al dipendente. Tra questi troviamo sicuramente i fringe benefit, ossia quei benefit “accessori” elargiti al dipendente non sotto forma di denaro ma tramite beni e servizi. Scopriamo quindi di cosa si tratta e tutte le novità del 2021.

fringe benefit

Cosa sono i fringe benefit

Sebbene negli ultimi anni si sia parlato molto di welfare aziendale e fringe benefit, vi è ancora molta confusione in merito. Iniziamo quindi con lo specificare cosa si intende quando si parla di fringe benefit. Il significato letterale della parola è “beneficio secondario” e viene utilizzato per intendere un’alternativa al compenso economico che l’azienda concorda di offrire in aggiunta alla retribuzione già stabilita dal contratto di lavoro. Quindi, i fringe benefit sono una soluzione perfetta per le imprese per incentivare e motivare i propri collaboratori, e spesso vengono erogati in sostituzione di un premio produttività monetario.

I fringe benefit più utilizzati e apprezzati in Italia sono sicuramente i buoni carburante e i buoni spesa, ma non sono certo l’unico esempio. Anche l’auto aziendale è considerata un fringe benefit, così come il cellulare aziendale e le carte regalo.

Fringe benefit ed esenzione fiscale nel 2021

Il valore dei fringe benefit esenti da tassazione corrispondeva, fino a poco tempo fa, a 258,23 euro. Questo significa che in caso di superamento di tale cifra l’intero importo verrebbe calcolato come reddito imponibile in busta paga, come esplicitato all’interno dell’articolo 51, comma 3, del TUIR:

“Non concorre a formare il reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati se complessivamente di importo non superiore nel periodo d’imposta a 258,23 euro; se il predetto valore superiore al citato limite, lo stesso concorre interamente a formare il reddito.”

Grazie però ai decreti n.104/2020 e n.73/2021, meglio conosciuti come decreto Sostegni e decreto Sostegni Bis, viene confermato il nuovo tetto massino di 516,46 euro anche per il 2021. Si tratta quindi di un aumento non indifferente rispetto al limite ordinario e l’intera novità è contenuta all’interno del pacchetto di emendamenti approvati sia dalle Commissioni Bilancio sia dalle Finanze del Senato. Naturalmente, il testo della legge di conversione dovrà essere approvato prima in Aula e poi alla Camera per l’ufficializzazione. Non si tratta ancora di una novità definitiva, ma sicuramente è un primo passo che permetterebbe ad aziende e lavoratori di usufruire di fringe benefit.

Buoni carburante come fringe benefit

Come visto precedentemente i buoni carburante sono tra i fringe benefit più apprezzati. I dipendenti che ogni giorno percorrono molti chilometri in auto per raggiungere il posto di lavoro conoscono molto bene il prezzo degli spostamenti. Benzina e gasolio sono spese che impattano notevolmente sul bilancio familiare, è proprio per questo che molte attività scelgono di aiutare i dipendenti tramite l’erogazione di buoni benzina.

Si tratta quindi di buoni non nominativi e spendibili verso distributori convenzionati e sono un’ottima soluzione che permette di risparmiare sul carburante. I buoni possono essere cartacei, elettronici, ricaricabili o elettronici usa e getta. Questi vengono acquistati dall’azienda presso le società che erogano questa tipologia di servizi, un esempio sono i buoni carburante Edenred. Infine, vengono distribuiti ai propri collaboratori.

Il funzionamento dei buoni benzina è piuttosto semplice, a prescindere dalla tipologia di erogazione (sotto forma di codici numerici oppure di carta prepagata) l’importo e la data di scadenza sono variabili. Se il buono viene erogato sotto forma di codice e inviato tramite mail o sms, bisognerà rifornirsi presso la stazione di servizio scelta e passare il codice a barre sul lettore del distributore, se il buono si presenta come carta prepagata si può utilizzare come una normale carta di credito. Infine, non confondere buoni carburante con carta carburante, in quanto quest’ultima è uno strumento utilizzabile solo per il rifornimento di veicoli aziendali.

Vantaggi per le aziende

I buoni carburante non sono solo un aiuto concreto per i dipendenti, ma anche per gli imprenditori. Infatti, se dati ai dipendenti come dei benefit, l’azienda può portare in detrazione dall’IRES il 100% del costo. Se invece vengono ceduti a un cliente, l’impresa può dedurre il costo al 100% qualora l’importo arrivasse a un massimo di 50 euro, mentre per gli importi superiori a tale limite dovranno essere contabilizzati come spese di rappresentanza per le quali sono previsti limiti specifici di spesa. Questi corrispondono all’1,3% dei ricavi entro un massimo di 10 milioni, lo 0,5% dei ricavi per la parte compresa tra 10 milioni e 50 milioni e 0,1% dei ricavi per la parte che supera i 50 milioni.