Imposte bollo deposito titoli: mani nelle tasche degli italiani

Con l’inasprimento dell’imposta di bollo sul deposito titoli, varato con la manovra triennale di correzione dei conti pubblici, lo Stato non solo mette le mani, ma anche i piedi nelle tasche degli italiani. E’ questa la presa dura di posizione dell’Adubef e della Federconsumatori, per conto dei rispettivi presidenti, Elio Lannutti e Rosario Trefiletti, riguardo ad una misura che praticamente va ad azzerare i guadagni che da un deposito titoli possono ottenere quei piccoli risparmiatori che hanno piccoli patrimoni in Buoni Ordinari del Tesoro (Bot), Buoni del Tesoro Poliennali (Btp), e/o Certificati di Credito del Tesoro (Cct), quelli entro i 10 mila euro per intenderci. Secondo le due Associazioni dei Consumatori l’aumento spropositato dell’imposta di bollo sul deposito titoli tende la mano, avvantaggia tanto per capirci, il settore del risparmio gestito, con i Fondi comuni di investimento, e quindi le banche, e quello dei conti deposito.

Siniscalco: Meno fisco sul risparmio

Domenico Siniscalco, ex ministro dell’Economia, attualmente vice presidente di Morgan Stanley international, country head per l’Italia, ed anche presidente di Assogestioni (l’associazione delle società italiane del risparmio), torna a parlare di crisi nella quale vengono confermate le teorie economiche e dall’oculatezza che contraddistingue gli italiani. L’oculatezza infatti se da una parte protegge dai rischi, dall’altra può frenare lo spirito di investimento e rallentare la crescita economica.

Le difficoltà stanno assottigliando i flussi di risparmio? – chiede Siniscalco – Vuol dire che sta svolgendo la sua funzione precauzionale di ammortizzatore della crisi nei bilanci delle famiglie e delle piccole imprese. Occorre aiutare le famiglie a risparmiare meglio, un impegno che deve coinvolgere l’amministrazione pubblica al pari dell’industria del risparmio.

Stretta fiscale per le imprese di assicurazione

L’emendamento depositato ieri dal relatore Antonio Azzollini (Pdl) fissa al 10% la quota di indeducibilità delle variazioni delle riserve tecniche obbligatorie del ramo vita. Con il secondo acconto Ires 2010 le società di assicurazione dovranno quindi fornire all’erario non meno di 88 milioni di euro. La manovra inoltre stabilisce che le modifiche hanno effetto nella misura del 50% anche sul versamento del secondo acconto dell’imposta sul reddito delle societa’ da pagarsi il 30 novembre.

La norma – leggiamo nella relazione – determina un incremento di gettito quantificabile in circa 234 milioni di euro su base annua, determinato applicando alla variazione delle riserve tecniche obbligatorie del ramo vita la percentuale di indeducibilita’ prevista. In base all’andamento medio delle variazioni rilevate l’incremento delle riserve in questione e’ risultato pari a circa 42 miliardi di euro nel 2009.