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Contributo a fondo perduto: le verifiche del fisco e i requisiti da rispettare

Da una parte, come abbiamo potuto notare, il decreto Sostegni ha dato una mano ad allargare il novero dei soggetti beneficiari del contributo a fondo perduto. D’altro canto, però, non ha apportato alcuna modifica in riferimento al sistema di controlli e sanzioni.

Scendendo un po’ di più nello specifico, si può notare come i controlli siano di due tipologie, ovvero preventivi e successivi. Solo nel primo caso vengono portati a termine da parte dell’Agenzia delle Entrate, anche se vengono attivati solo ed esclusivamente dopo aver provveduto a portare a termine l’invio dell’istanza e in seguito alla sua presa in carico.

In merito ai controlli successivi, invece, bisogna fare riferimento a tutte quelle norme che sono presenti nel Decreto Rilancio, che sono correlate ai controlli antimafia, così come al protocollo di intesa, che è stato sottoscritto da parte dell’Agenzia delle Entrate e dalla Guardia di Finanza nel 2020. E, in tal senso, il consiglio migliore da seguire è quello di prestare la massima attenzione, dato che le sanzioni previste per chi sgarra sono veramente molto pesanti. Infatti, sono comprese tra il 100 e il 200% del contributo, senza alcuna definizione agevolata, con tanto di reclusione da 6 fino a 36 mesi.

I requisiti per ottenere il contributo

Per poter comprendere al meglio i vari controlli, serve necessariamente avere le idee ben chiare su quelli che sono i presupposti e i requisiti previsti dalla legge in riferimento all’ottenimento di tale contributo. I requisiti sono di due tipi: quelli soggettivi e quelli dimensionali.

Il primo requisito soggetto è il fatto di avere una partita IVA, attivata entro il 23 marzo 2021. Il secondo è quello di risiedere o essere stabiliti entro i confini territoriali statili e, infine, il terzo requisito prevede di svolgere un’arte, una professione o un’attività di impresa da cui si ottiene un reddito agrario. Ebbene, al 23 marzo 2021, tale attività non deve essere cessata. Dal punto di vista dei requisiti dimensionali, invece, il reddito agrario, piuttosto che ricavi di questo tipo, non vadano oltre la soglia di 10 milioni di euro. Non solo, visto che la somma media mensile del fatturato, così come dei corrispettivi del 2020, devono essere più bassi quantomeno del 30% in confronto all’importo medio mensile del fatturato e dei relativi corrispettivi del 2019.

La procedura prevede che la presentazione dell’istanza possa avvenire sia mediante intermediario, che solo in via telematica, dovendo indicare tutti i requisiti descritti in precedenza.