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Tassa di soggiorno o premio di soggiorno?

Qualche tempo fa, è divenuta molto popolare l’esigenza del settore alberghiero di creare un incentivo per la clientela, sia nazionale che internazionale. In tale contesto, si è pensato di sostituire la cosiddetta tassa di soggiorno con un concetto più legato al singolo cliente: il “premio di soggiorno“. Questo sarebbe una modesta somma che l’albergatore restituirebbe al cliente per futuri soggiorni, sia personali che per terzi.

Il premio di soggiorno: un cashback

L’idea era che tale iniziativa avrebbe stimolato l’attività alberghiera e, qualora fosse stata adottata su scala nazionale, avrebbe avuto un impatto positivo sul’intero settore, con enormi benefici anche sull’economia. 

Tuttavia, in passato non si era pronti per un cambiamento così radicale ed è stata adottata la linea strategica più ovvia e facile da perseguire, la tassa di soggiorno. L’idea di fondo era quella secondo cui i proventi sarebbero stati utilizzati per investire e migliorare l’offerta turistica.

Ora, dopo aver superato le difficoltà dell’era COVID, con tutte le sue sfide economiche e le incertezze che affliggono gli albergatori, l’idea di utilizzare la tassa di soggiorno come un sistema di rimborso sta tornando ad essere un’idea di grande attualità anche a seguito delle proposte degli scorsi anni di leader del settore alberghiero come Franco Grasso

La tassa di soggiorno diventerebbe quindi un credito per il cliente, pagato all’albergatore ma poi restituito sotto forma di buono, da utilizzare come sconto su futuri pernottamenti, o per usufruire di altri servizi dell’hotel. Gli alberghi o le intere aree turistiche che sceglieranno di adottare questo sistema lo promuoveranno attraverso i loro canali di comunicazione, per sfruttare il potenziale impatto commerciale che una tale notizia potrebbe avere sulla clientela potenziale. Questa sorta di buono rimarrà nelle mani dell’ospite, che potrà passarlo a un altro o utilizzarlo personalmente.

Il passaparola che ne risulterà sarà molto efficace, portando nuovi clienti che potrebbero diventare clienti abituali, e generando attenzione che si tradurrà in molti buoni restituiti al momento del check-out; ovviamente, sul buono ci sarà il nome del cliente che ha pagato originariamente la tassa di soggiorno, in modo che una volta utilizzato, non possa essere riutilizzato una seconda volta o duplicato. I nuovi utenti, a loro volta, avranno diritto ad ulteriori buoni, ampliando la diffusione del sistema.     Se fosse adottata da un intero distretto turistico, i vantaggi potenziali in termini di attività commerciale e comunicazione sarebbero enormi.

I grandi vantaggi del sistema di cashback

Oggi più che mai, c’è bisogno di attrarre i turisti anche con strategie innovative, e questo sistema di rimborsi può fornire un contributo interessante. Sul piano commerciale, il premio di soggiorno potrebbe stabilire una relazione di lungo termine tra l’albergatore e il cliente. Quindi si ottiene di riflesso una maggiore fedeltà del cliente, che sarebbe più propenso a scegliere la stessa struttura ricettiva anche in futuro.

Inoltre, il buono potrebbe diventare uno strumento di marketing. Se un cliente riceve un buono, potrebbe essere tentato di condividerlo con amici o parenti, garantendo visibilità all’albergo anche senza una promozione pubblicitaria diretta. Questo potrebbe ampliare la base di clienti dell’albergo e portare nuovi clienti senza la necessità di ulteriori sforzi. 

Sul piano finanziario, l’adozione del premio di soggiorno potrebbe rappresentare un investimento per l’albergo. Sebbene l’impresa sia costretta a restituire una parte della tassa di soggiorno, il ritorno potenziale in termini di clienti ripetuti e nuovi clienti potrebbe superare l’investimento iniziale.

Il sistema potrebbe tuttavia presentare alcune difficoltà tecniche: ad esempio, potrebbe essere necessario un certo livello di coordinamento tra le strutture ricettive per assicurarsi che il sistema sia adottato in modo uniforme. Inoltre, potrebbero essere necessarie modifiche legislative per permettere agli alberghi di restituire una parte della tassa di soggiorno sotto forma di buono.

Inoltre, il sistema di premio di soggiorno dovrebbe essere adattabile a diversi contesti. Ad esempio, in un albergo di lusso, il buono potrebbe essere utilizzato per servizi extra come cene al ristorante dell’albergo o trattamenti spa. In un albergo più economico, invece, il buono potrebbe essere utilizzato per sconti su pernottamenti futuri.

L’idea è semplice ma potrebbe portare a grandi cambiamenti nel modo in cui gli alberghi interagiscono con i loro clienti e nel modo in cui i clienti vedono il soggiorno in albergo. Il premio di soggiorno potrebbe non solo cambiare l’esperienza del cliente, ma anche contribuire a rinvigorire il settore alberghiero in un momento di grandi sfide.