Home » Agenzia delle Entrate » I consumi di acqua e caffè sono indicatori presuntivi dei ricavi

I consumi di acqua e caffè sono indicatori presuntivi dei ricavi

La nostra amministrazione finanziaria e i giudici di merito sono i soggetti più indicati per capire quali elementi del settore della ristorazione sono utili per ricostruire in maniera presuntiva i ricavi: in effetti, il comparto in questione è caratterizzato da indicatori che hanno un peso diverso a seconda della situazione. L’accertamento che si basa sul consumo di caffè e di acqua minerale può essere considerato legittimo, visto che si sta parlando di ingredienti essenziali per le consumazioni della clientela (vedi anche Chiusi 9000 ristoranti in un anno).

Si tratta di un principio espresso direttamente dalla Corte di Cassazione attraverso una sua sentenza molto recente (risale a circa due settimane fa per la precisione). Tutto è nato dalle sentenze di una Commissione Tributaria Regionale, secondo cui erano legittimi gli avvisi di accertamento relativi a Irap e Iva e notificati a una società di persone attiva nell’attività di ristorazione, senza dimenticare quelli ai fini Irpef nei confronti dei soci. Indicatori come l’acqua e il caffè erano stati considerati, secondo la commissione di secondo grado, favorevoli al contribuente, in quanto ritenuti come consumi non riferibili a tutta la clientela in assoluto.

Tra l’altro, i giudici non avevano considerato idonee le prove contrarie, visto che i contribuenti coinvolti hanno tentato di dimostrare come indicatori molto più rappresentativi fossero i consumi di tovaglioli. È a questo punto che si è deciso di ricorrere per Cassazione. I proponenti hanno lamentato l’omessa e insufficiente motivazione relativa alla controversia. I giudici di Piazza Cavour hanno ritenuto infondati i motivi del ricorso in questione, di conseguenza sono stati rigettati, con la condanna dei ricorrenti alle spese del giudizio. In pratica, soltanto l’Agenzia delle Entrate ha la facoltà di individuare le prove e le risultanze idonee per dimostrare i fatti e dare prevalenza a una piuttosto che a un’altra. Il giudizio può essere censurato solamente nel caso di carenze piuttosto gravi dal punto di vista logico.