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Il redditometro applicato alle autovetture

Il calcolo complessivo del redditometro non può fare a meno degli acquisti delle autovetture: in effetti, questi ultimi sono essenziali per ricostruire il reddito minimo presunto di un determinato contribuente, ma ovviamente tutto dipende dalla potenza e dalla cilindrata del veicolo stesso. Il possesso dell’auto è dunque determinante da questo punto di vista, ma non bisogna confondersi, visto che si potrebbe essere tentati dal visionare le tabelle dell’Aci per capire a quanto ammonta il reddito; in realtà, queste stesse tabelle si riferiscono ai fringe benefit e ai rimborsi chilometrici, mentre per capire gli effettivi cavalli fiscali di un mezzo è necessario distinguere tra il livello di cilindrata e quello di alimentazione (il tipo di carburante insomma).

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Nel caso in cui si abbia a che fare con più di ventuno cavalli fiscali, allora l’auto può essere definita “di lusso”, visto che il suo possesso comporta notevoli costi di manutenzione, assicurazione e alimentazione. Il problema principale in tali casi è di tipo aritmetico: nel dettaglio, il calcolo automatico del redditometro non è così semplice come si potrebbe pensare, dato che bisogna prendere in considerazione gli indici reddituali e altri risultati che sono in grado di modificare la somma algebrica finale.

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Esistono poi una serie di coefficienti, da 4 a 8 per la precisione, che identificano gli autoveicoli con alimentazione a benzina e a gasolio e i relativi cavalli fiscali. Tra l’altro, questi stessi importi vengono poi ridotti di dieci punti percentuali ogni anno, fino a un livello massimo del 40%, quando si è ormai giunti al terzo anno successivo all’immatricolazione. Per facilitare il compito dei contribuenti ed evitare le sanzioni pecuniarie più pesanti, si può fare affidamento su alcuni software che sono disponibili in internet, i quali consentono di ottenere calcoli precisi e di farsi una idea precisa delle spese che poi saranno monitorate.