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Tasse, Governo promette nuovi tagli nei prossimi 2 anni

Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan è soddisfatto della ripresa che crea lavoro e che non dà un contributo solo alla domanda interna di breve termine bensì anche alla crescita potenziale di lungo termine

Padoan ha ammesso che il Quantitative Easing della Bce aiuta tutti i paesi dell’Eurozona, ma in Italia secondo me si registra un impatto aggiuntivo delle misure adottate da governo, da quelle strutturali, come il Jobs Act, a quelle fiscali, come i benefici per chi assume a tempo indeterminato».

Uno dei piatti forti nelle dichiarazioni di Padoan è senz’altro il Fisco.

Non manca il riferimento al taglio delle tasse sulla casa. Una misura «alla Berlusconi?» si chiede retoricamente Padoan. «Può darsi. La mia replica è, “mostratemi un qualunque taglio delle tasse che non abbia implicazioni politiche”» rivendica il titolare del dicastero di via XX settembre. Per il ministro non si tratta dunque, meramente, di «togliere terreno» alla coalizione di centrodestra in vista delle elezioni del 2018. «L’80% degli italiani è proprietario della casa in cui vive» chiarisce Padoan al quotidiano economico britannico in risposta alla critiche secondo cui sarebbe stato meglio ridurre le tasse sul lavoro. Inoltre quello della Tasi «non è l’unico taglio delle tasse. Abbiamo cominciato a tagliarle nel 2014, sul lavoro, sugli investimenti, e sulla casa.

Sia le famiglie che le imprese ne godono, e proseguiremo nel 2017 e oltre». In merito alla spending review, e alle dimissioni anche dell’ultimo commissario Roberto Perotti, Padoan dice che «abbiamo avuto tagli di spesa significativi nella precedente legge di bilancio, e in quella di quest’anno saranno pari a 8,5 miliardi. Continueremo su questa strada, è un po’ meno di quanto messo a preventivo ma i tagli continuano»e oltre alle considerazioni economiche «c’è una decisione politica da prendere». Quanto alla crescita e al ruolo della Bce, c’è di più secondo Padoan: «in Italia si è visto l’impatto ulteriore di quanto deciso dal governo sul piano strutturale, ad esempio con il Jobs Act, e su quello fiscale, con benefici fiscali per chi assume».