La riforma fiscale di Saint Lucia

Tutto è pronto per il debutto dell’Iva nello stato insulare di Saint Lucia: l’arcipelago caraibico, il quale fa parte della monarchia britannica, si è infatti avventurato in una serie di novità molto interessanti dal punto di vista tributario, in primis proprio questo esordio, con l’imposta locale (Value Added Tax, meglio nota come Vat) che andrà a beneficiare di una aliquota pari a quindici punti percentuali. Tra l’altro, non si tratta di una novità qualsiasi, in quanto il paese era l’unico a non essere interessato dall’applicazione del tributo, ma la tassazione interna è cambiata da poco tempo, tanto che si è provveduto a una riduzione della pressione fiscale nei confronti delle imprese e delle persone fisiche.

La riforma fiscale del Giappone

L’Italia e il Giappone sono due paesi molto lontani sia dal punto di vista geografico che da quello culturale, ma in questo preciso momento storico c’è qualcosa che le accomuna: si tratta della riforma fiscale, molto discussa nel nostro paese, ma anche a Tokyo e dintorni. In effetti, il governo nipponico sta preparando nel dettaglio la bozza in questione, puntando soprattutto su alcuni fattori, come ad esempio l’incremento dell’aliquota dell’imposta sui consumi (si dovrebbe passare dal 5 all’8%, ma soltanto tra due anni) e il nuovo trattamento tributario da destinare alle piccole e medie imprese. L’obiettivo finale sarà quello di rendere il sistema fiscale ancora più credibile agli occhi di tutti.

Anche Assonime si scaglia contro la riforma fiscale

La riforma fiscale non è piaciuta assolutamente alla Corte dei Conti, che cosa ne pensa invece Assonime, l’associazione che raggruppa le società per azioni del nostro paese? Il presidente Luigi Abete è intervenuto presso la Commissione Finanze del Senato, esprimendo proprio la sua opinione a tal proposito: a suo parere, infatti, qualsiasi tipo di riforma tributaria necessita in ogni caso di una contestuale riduzione del peso della spesa pubblica nei confronti del prodotto interno lordo. La pressione del Fisco può essere ridotta soltanto in questa maniera, mentre le misure della riforma del governo secondo le spa faranno aumentare questo dato fino al 45%, un livello davvero troppo elevato, oltre che un unicuum dal punto di vista storico. Assonime ha quindi proposto le linee guida alternative in tale maniera.

Kuwait, l’Fmi vuole riformare il sistema fiscale

Gli interventi da realizzare per il miglioramento politico ed economico del Kuwait sono davvero molti, ma intanto si potrebbe cominciare dal fisco: è questa l’opinione del Fondo Monetario Internazionale, il quale ritiene opportuna e necessaria una riforma dal punto di vista tributario. Queste misure vengono praticamente suggerite dalle stime sul futuro finanziario del paese arabo, destinato a veder crescere il prodotto interno lordo nel corso di quest’anno, ma anche nel prossimo triennio: appare scontato sottolineare che il petrolio sarà il motore di questi rialzi, ben sostenuto dalla domanda internazionale. Inoltre, bisogna aggiungere che nell’anno fiscale compreso tra il 2010 e il 2011 lo stesso organismo di Washington ha calcolato una spesa totale in aumento di ben ventuno punti percentuali. Ma su quali basi deve poggiare questa riforma?

I nuovi scaglioni Irpef per il 2012

La manovra finanziaria di questa estate è anche e soprattutto improntata al settore tributario: per il nostro paese si prospetta una riforma piuttosto corposa, in parte per quel che concerne le aliquote dell’Irpef. Che cosa accadrà di preciso? Nel dettaglio, come prevede lo schema fiscale voluto dallo stesso ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, gli scaglioni scenderanno di numero e diventeranno soltanto tre invece che cinque, in modo da introdurre delle percentuali ben precise. Il primo scaglione sarà quindi quello che prevede il 20% del reddito imponibile e poi si salirà ulteriormente, fino al 30% e al 40% per i successivi due.

Grecia: la riforma fiscale è ancora in fase di stallo

La Grecia sta vivendo un momento di difficoltà economica davvero grave, ormai lo sanno anche i sassi. Un progetto che potrebbe fornire un sostegno adeguato, vale a dire quello fiscale, stenta ancora a decollare: per quale motivo? Gli accordi che devono essere raggiunti in tal senso non sono ancora pienamente completi e questo stand-by rischia di aggravare ulteriormente la situazione. Le misure di austerità richieste a gran voce dal governo Papandreou sono soprattutto di carattere tributario: in effetti, la riforma di questa materia potrebbe essere rivoluzionaria, ma le quasi novecento pagine del documento sono incomplete. Il piano presenta degli elementi di sicuro interesse.

Aliquote Irpef da cinque a tre, cosa cambierebbe

L’estate 2011 per l’attuale Governo in carica è tutto tranne che “vacanziera”. I mercati internazionali ancora di certo non ci guardano con sospetto, ma di sicuro, per continuare ad avere fiducia nel nostro Paese, e quindi nel nostro debito, c’è bisogno che vengano messe a punto riforme strutturali importanti unitamente a quella manovra economica da 40 miliardi di euro e passa in grado di sistemare i conti pubblici quantomeno fino all’anno 2004. Il tutto a fronte della tanto agognata ed attesa riforma fiscale che recentemente è stata tra l’altro chiesta con particolare fermezza, a Pontida, dalla Lega Nord. Il Ministro all’Economia Giulio Tremonti, come da lui stesso dichiarato di recente, ha la riforma fiscale pronta da un pezzo, almeno da un anno; ma mancano le risorse o quantomeno occorre trovare il sistema per reperirle.

Fondi comuni di investimento: le novità della tassazione

La riforma fiscale dei fondi comuni di investimento è finalmente realtà. L’operatività piena di queste nuove regole si avrà a breve, più precisamente il prossimo 1° luglio, quando i prodotti finanziari del nostro diritto beneficeranno di un trattamento tributo simile a quello che si può riscontrare all’interno della Comunità Europea: la conferma è giunta da Assogestioni, la quale ha voluto sottolineare come la proficua collaborazione con l’Agenzia delle Entrate abbia prodotto questo importante risultato. Di quali novità si tratta esattamente? Il preambolo di questa innovazione era stato rappresentato dal recente Decreto Milleproroghe, approvato in Senato lo scorso 16 febbraio; da quel momento in poi si è pensato a questa sorta di rivoluzione degli investimenti.

Riforma fiscale: Confapi, passare dalle promesse ai fatti

In questi ultimi giorni a tenere banco a livello politico è l’apertura del Ministro all’Economia, Giulio Tremonti, alla messa a punto della riforma fiscale. In particolare, l’intento dell’attuale Governo di centrodestra è quello di andare a ridurre le aliquote Irpef da cinque a tre a fronte di una contestuale sforbiciata alle agevolazioni fiscali. Siamo ancora però alle ipotesi, anzi alle parole! E non a caso il presidente della Confapi, Paolo Galassi, nel considerare la riforma fiscale come necessaria, ha colto l’occasione per sottolineare come ora finalmente si debba passare dalle promesse ai fatti. Per il presidente della Confederazione italiana della piccola e media industria privata, infatti, serve con urgenza, quindi in tempi rapidi, che il Governo attui una riforma del Fisco al fine di renderlo più equo e quindi instaurare in tutto e per tutto un nuovo rapporto sia con i cittadini, sia con le imprese.

Rapporto Giarda, una disamina sugli sprechi fiscali

Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti sta predisponendo per filo e per segno la propria riforma fiscale: è proprio per questo motivo che sono state convocate delle apposite commissioni, la più importante delle quali è quella presieduta dall’economista Piero Giarda. Quest’ultima ha già individuato le fattispecie su cui intervenire con maggiore urgenza e tra di esse possiamo ricomprendere le inefficienze dal punto di vista gestionale ed economico, l’acquisto di beni a costi più alti rispetto a quelli di mercato e l’uso di due dipendenti piuttosto che di uno solo. In pratica, l’obiettivo che emerge con maggiore nettezza è il contrasto agli sprechi. Tutto questo lavoro della commissione sarà poi culminato entro la fine di questo mese con un apposito libro bianco, un vero e proprio vademecum della riforma del fisco tanto voluta dall’attuale esecutivo. Ci sono inoltre altre tre commissioni all’opera in questo momento. Giarda è stato dal 1995 al 2001 sottosegretario al ministero delle Finanze, ma ha anche svolto incarichi di prestigio come quello di presidente della Commissione Tecnica per la spesa pubblica: le sue competenze sono dunque importanti, ricoprendo attualmente il ruolo di consulente per l’Università Cattolica di Milano nell’ambito dell’analisi monetaria.

Tasse da primato ma servizi insoddisfacenti

I cittadini italiani pagano tasse modello Scandinavia ma ottengono in cambio servizi relativamente inferiori. L’Irap tassa le imprese ad alta intensità di lavoro con un carico fiscale complessivo che arriva a superare l’80%. I dati emergono da un’indagine Mediobanca 2010. E purtroppo a tasse alte non corrispondono altrettanto cospicui stipendi: il reddito degli italiani è tra i più bassi in Europa e insieme tra i più tassati. La metà dei contribuenti dichiara non oltre 15mila euro annui e circa due terzi non più di 20mila euro. I paperoni, ovvero coloro che dichiarano di guadagnare oltre 100 mila euro, sono solo lo 0,95%.

Agevolazioni, esenzioni e sconti: la riforma fiscale

Con la nuova riforma fiscale, il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, assicura che dovrà esserci una razionalizzazione a servizio dell’intera macchina fiscale, sottolineando la necessità che ognuno sia disposto a cedere qualcosa in funzione di un interesse generale. Proposte sconti fiscali di cui beneficiano persone fisiche, imprese o enti no profit, che si sommano a quelle sui consumi e sui negozi giuridici come le compravendite.

Non possiamo immaginare una riforma sull’ipotesi di recupero dell’evasione, che sappiamo che in Italia ha un tasso altissimo – ha sottolineato il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti -. Questo vuol dire che i documenti che scriviamo devono essere eurocompatibili con numeri precisi e compatibili. Non siamo credibili se presentiamo numeri non compatibili. L’anima di ogni riforma é la riforma delle anime. Questo comporta che tutti siano disposti a cedere un po’ delle loro idee e interessi nella logica di un bene comune.

Irpef: la pagano per l’85% i dipendenti e pensionati

Nel nostro Paese l’85% dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) complessiva viene pagata solamente da due categorie di contribuenti: i lavoratori dipendenti ed i pensionati. A dichiararlo nei giorni scorsi è stato Agostino Megale, segretario confederale della CGIL, il quale in particolare ha commentato le anticipazioni sui dati forniti dal dipartimento delle Finanze riguardo alle dichiarazioni dei redditi presentate dagli italiani lo scorso anno, ovverosia a valere sull’anno di imposta 2008. Secondo l’esponente del Sindacato i dati dipartimento delle Finanze danno l’illusione ottica di pensionati e di lavoratori dipendenti che sembrano guadagnare di più quando invece questi sono solamente quelli che pagano più tasse delineando un Paese diseguale che ha bisogno di una riforma fiscale urgente.

Tasse: Cisl, redistribuire i carichi fiscali

Il centro motore della nostra società è la famiglia. A ricordarlo è stato nelle ultime ore Raffaele Bonanni, segretario della Cisl, il quale ha apprezzato la misura relativa agli incentivi per cucine, moto, case ecologiche ed elettrodomestici, ma nello stesso tempo ha sottolineato come i soldi stanziati siano pochi e che quindi è necessario trovarne di più. I bonus statali partiranno il 6 aprile prossimo per acquistare, ad esempio, una cucina o un piano cottura, ma il rischio è quello che l’esiguità dei finanziamenti statali comporti l’esaurimento dei fondi ben prima delle scadenze fissate per l’acquisizione delle richieste di incentivo che, lo ricordiamo, debbono essere effettuate presso il rivenditore. Insomma, la misura è buona visto che è meglio di niente ed in qualche modo sostiene l’economia anche se non proprio in maniera incisiva, ma il segretario Bonanni nel frattempo ha ribadito come si rendano necessarie nel nostro Paese misure finalizzate a redistribuire i carichi fiscali.