Le trattative fiscali tra Germania e Svizzera potrebbero ripartire

Se n’è parlato molto nei mesi scorsi, fino ad arrivare a una situazione molto tesa che ha fatto immediatamente pensare a un fallimento delle trattative: ora che le acque si sono calmate, l’accordo fiscale tra la Germania e la Svizzera sembra pronto a ripartire nella sua fase di discussione (vedi anche Scudo fiscale Germania-Svizzera rinviato. Possibili ripercussioni sull’Italia?). Che cosa fa indurre maggiormente all’ottimismo? Nel dettaglio, i punti di contatto, come è noto, riguardano lo scambio automatico delle informazioni, mentre non c’è la stessa sintonia per quel che concerne l’evasione fiscale che ha caratterizzato gli anni passati.

Niente Iva per la casa-discoteca galleggiante

Il fatto si riferisce alla Germania, ma è molto utile per capirne di più in fatto di Imposta sul Valore Aggiunto: in effetti, è rimasta coinvolta una cittadina tedesca, la quale è proprietaria di una casa galleggiante. L’utilizzo di tale struttura ha riguardato però la gestione di un vero e proprio locale, una sorta di ristorante-discoteca. Tutto è nato dopo la stipula del contratto di occupazione tra la contribuente teutonica e lo Stato, prendendo in considerazione una parte di terreno che si trova sulla riva del fiume Reno e un tratto adiacente al terreno stesso.

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L’accordo fiscale tra Svizzera e Germania è ancora in alto mare

Svizzera e Germania stanno cercando di essere ancora più unite dal punto di vista tributario: in effetti, i due paesi europei hanno intenzione di siglare un importante accordo fiscale, una intesa che renderebbe più che felice il ministero teutonico delle Finanze. Da Berlino sono giunti degli apprezzamenti molto decisi da parte di Wolfgang Schaeuble, titolare del dicastero in questione, ma vi sono degli ostacoli non certo indifferenti, dato che si rischia seriamente di non superare uno scoglio fondamentale come quello del Bundesrat, vale a dire la Camera dei Lander tedesca.

Per la Germania un improvviso calo delle entrate fiscali

Le casse della Repubblica Federale Tedesca devono fare i conti con un evento del tutto imprevisto: in effetti, la raccolta di maggio di tasse, imposte e balzelli non è stata all’altezza delle aspettative, visto che da lungo tempo ormai la prima economia dell’eurozona era riuscita a far registrare solamente performance positive e in crescita. Ora, invece, bisognerà fare i conti con dei conti pubblici in maggiore difficoltà, nonostante la crescita dell’economia abbia sostenuto in ogni occasione la raccolta tributaria teutonica, anche nei momenti peggiori della crisi finanziaria globale.

Tassa sui fedeli in Germania

Sono lontani i tempi in cui qualcuno disse: “Gratuitamente avete ricevuto gratuitamente date”. Se volete appartenere a una chiesa dovete pagare una tassa, obbligatoriamente. E se proprio non ne volete sapere, l’unico modo per sottrarsi a questo balzello é la scomunica. In pratica occorre prendersi la briga di andare in una sorta di tribunale amministrativo e firmare una dichiarazione in questo senso, per cancellare il proprio nome dagli elenchi dei battezzati. Un atto a cui potrebbero arrivare le persone non solo per presa di posizioni polemiche o mere questioni di principio, ma anche per motivi economici, dovuti alla scarsità di denaro.

Germania taglia le tasse per 6 mld

I tre partiti del governo di coalizione tedesco, Cdu, Csu e Fdp, hanno nella giornata di ieri un accordo per ridurre le tasse di 6 miliardi di euro a partire dal 2013. Sembra un annuncio in controcorrente, specialmente in una fase di congiuntura economica di austerità per vari Paesi europei, dove spesso risulta necessario dover aumentare le tasse, per rinforzare le casse dello Stato prosciugate dalla crisi. Evidentemente la situazione per la Germania é diversa: nell’annunciare l’accordo, Angela Merkel ha sottolineato che le misure previste vanno nella direzione di “rafforzare la crescita in Germania“, ma se continuerà comunque a mantenere maniera rigorosa il piano di consolidamento delle finanze pubbliche. La riduzione delle tasse sarà a beneficio soprattutto delle famiglie con redditi medio-bassi.

Importazioni: niente Iva ridotta per gli animali vivi

Una delle ultime controversie risolte dai giudici comunitari avrà valenza specifica in molti paesi, tra cui il nostro: in particolare, è stata coinvolta l’Imposta sul Valore Aggiunto e la direttiva 112 del 2006 (il sistema comune della tassa in questione). Più precisamente, il riferimento principale è andato a quegli articoli che contemplavano lo scambio di beni e servizi e le aliquote fiscali da applicare in tal senso. La questione, inoltre, ha visto contrapposte l’Unione Europea, da una parte, e la Germania, dall’altra. Come si sono svolti esattamente i fatti? Il pomo della discordia è stato rappresentato dall’interpretazione delle norme appena elencate da parte del governo di Berlino; in pratica, non si sono trovati punti di contatto per quel che riguarda l’importazione di animali da commercializzare per fini non alimentari, come possono esserlo, ad esempio, i cavalli. La Germania, infatti, aveva adottato un’aliquota Iva ridotta per queste importazioni, giustificando il suo atteggiamento con il principio di neutralità fiscale: secondo l’amministrazione finanziaria teutonica, l’agevolazione tributaria ha senso anche quando lo scopo dell’importazione è differente da quello consueto.

Germania, nuova tassazione per i prezzi dei biglietti aerei

Un incremento pari a 0,6 punti percentuali: ammonta a tanto il rincaro delle tariffe aeree relative alla Germania nel corso del mese di gennaio, un dato che giunge direttamente dallo Statisches Bundesamt Deuschland (Destatis), l’Istat in salsa teutonica, il quale ha messo in evidenza un trend piuttosto inconsueto per questo settore e per questo specifico periodo. Ma la spiegazione è semplice. L’aumento deve essere collegato a una specifica legge, l’Aviation Tax Act, un provvedimento del governo di Berlino che ha agevolato senz’altro le differenze tra tariffe dei voli tedeschi (+8,3%) e quelli europei (+2,6%). Tra l’altro, a livello internazionale queste stesse tariffe tendono invece a diminuire in maniera considerevole.

Germania, l’austerity provoca la tassazione dei voli di linea

La parola “austerità” in Germania non è più soltanto un concetto astratto, ma sta diventando realmente un dato di fatto; una conferma in questo senso è giunta dall’ultima approvazione da parte del governo di Berlino per quel che riguarda il mondo delle tasse, visto che si intende seriamente riassestare il deficit di bilancio, un obiettivo ambizioso da raggiungere entro quattro anni. Questo stesso piano di austerity si accompagna in effetti all’applicazione di una nuova imposta, la quale avrà un ammontare compreso tra gli 8 e i 45 euro e riguarderà i voli di linea, prendendo quindi come riferimento i chilometri che sono stati percorsi dall’aereo. La tassa in questione è stata annunciata dal cancelliere Angela Merkel e si riferisce a un piano economico più ampio lanciato qualche mese fa: in particolare, il testo normativo parla espressamente dei livelli tributari da introdurre in questo caso.

Germania: Merkel assicura il sostegno ai conti senza tagli alle tasse

I tedeschi rimarranno ovviamente scontenti, ma le priorità del governo di Berlino sono quelle di monitorare in modo costante i conti pubblici; le imposte, infatti, non verranno per il momento tagliate, nonostante la Germania stia attualmente vivendo un’importante fase di accelerazione economica, ma l’attenzione rimane alta. La riduzione del debito interno rimane il principale obiettivo dell’esecutivo teutonico, così come è stato confermato anche da Steffen Seibert, portavoce della cancelliera Angela Merkel. I dati sono piuttosto inequivocabili: per ottenere il consolidamento del bilancio, nel 2010 ci sarà bisogno di contenere fino a quota 60 miliardi di euro (qualcuno parla anche di cifre inferiori) i vari debiti dello Stato, visto che si tratta della prospettiva più incoraggiante nel caso di entrate fiscali in grado di confermare l’attuale trend. Il progetto più importante in tal senso, comunque, rimane sicuramente la semplificazione tributaria e il conseguente taglio delle imposte, una delle principali promesse dell’attuale governo di coalizione e ritenuta la ricetta giusta per far ripartire la quarta economia mondiale.

Le tasse? In Germania gli ereditieri le vogliono più alte

La Germania si sta caratterizzando per una vicenda fiscale alquanto singolare e insolita. In effetti, ben 45 ereditieri della nazione teutonica stanno chiedendo di pagare imposte più alte, in nome, come spiegano questi stessi soggetti, della giustizia sociale. Esaminiamo i loro casi con attenzione. I nomi in questione sono quelli di Peter Vollmer, con una brillante carriera alle spalle alla Ig-Metall, ma anche di Dieter Lehmkuhl, noto psicanalista di Berlino, e del filosofo Bruno Hass: questi e molti altri personaggi sembrano non sopportare più la loro situazione reddituale, la quale sarebbe stata ottenuta senza merito ed evitando di pagare le dovute tasse alla società. Ma i loro intenti non si sono limitati a dichiarazioni di questo tipo: è stato infatti fondato il club “Iniziativa per una maggiore aliquota patrimoniale”, il quale si è appunto posto l’obiettivo di pagare più tributi. Come è stato spiegato dallo stesso Vollmer, la Germania presenta una situazione in cui sono i contribuenti più piccoli a sborsare i maggiori introiti per le tasse, aprendo in tal modo una forbice tra ricchi e meno abbienti.