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I papers del Fmi: effetti e soluzioni fiscali legati alla crisi

I papers pubblicati di recente dal Fondo Monetario Internazionale hanno inteso mettere in luce quelli che sono stati gli effetti prodotti dalla crisi finanziaria sulle entrate delle amministrazioni fiscali, ma anche i metodi da utilizzare per porre un freno alle operazioni maggiormente elusive. Come ha sottolineato lo stesso Fondo, con la congiuntura economica negativa e il peggioramento delle condizioni finanziarie, le agenzie del fisco sparse in molti paesi hanno dovuto affrontare nuove sfide, legate soprattutto alla crescita del rischio di compliance (il quale ha coinvolto molte questioni tributarie) e le perdite riportate dalle imprese. Questo paper è stato intitolato “Collecting Taxes during an economic Crisis: challenges and policy options”. Il suo obiettivo è quello di esaminare molte tematiche di rilievo internazionale, tra cui la riscossione delle imposte durante la crisi, gli strumenti a disposizione del fisco per contrastare la stessa crisi e i rischi per il settore finanziario. Riguardo, poi, alla questione delle operazioni potenzialmente elusive ed evasive, il paper dell’Fmi ha concentrato la propria attenzione soprattutto sulla disciplina del riporto delle perdite e delle operazioni cross-border.

 


La crisi finanziaria ha inoltre evidenziato i problemi collegati alle operazioni poste in essere con società che risiedono nei paradisi fiscali: a seguito del G20, comunque, è stato dato maggior risalto al commitment per lo scambio di informazioni, uno degli standard ormai più accettato tra i paesi che fanno parte del Fondo. Le conclusioni del paper del Fmi sono improntate ad alcune raccomandazioni nei confronti delle varie Amministrazioni fiscali; in particolare, viene richiesto un programma dettagliato di audit, destinato a fronteggiare l’evasione cross-border; l’espansione del numero di audit sulle diverse questioni internazionali.

 

Ma c’è stato spazio anche per la pubblicazione di avvertimenti circa la pianificazione tributaria internazionale; la promozione dello scambio di informazioni fiscali; l’introduzione di un programma volontario che incoraggi i contribuenti a dichiarare in maniera preventiva un reddito che non è stato riportato nei conti offshore.