Deducibilità limitata per le ristrutturazioni senza quote di ammortamento

La risoluzione 99/E dell’Agenzia delle Entrate ha sottolineato come, ai fini del reddito da lavoro autonomo, le spese sostenute per ristrutturare un immobile non acquisito a titolo oneroso sono soggette a deduzione nel limite del 5% del costo complessivo dei beni da ammortizzare, per quel che riguarda l’anno in cui sono state sostenute: inoltre, è possibile rinviare al quinquennio successivo nel caso l’immobile sia stato fatto pervenire al professionista a titolo gratuito. La precisazione dell’Agenzia è arrivata in risposta a un caso che vedeva coinvolto uno studio associato che intendeva portare a ristrutturazione un fabbricato proprietà di terzi; c’è comunque da dire che, nel caso in questione, la detrazione dell’Iva non può essere applicata se la costruzione è stata accatastata come unità abitativa. I principali chiarimenti sul caso per cui si è espressa l’Agenzia delle Entrate sono due: anzitutto, la possibilità di dedurre le spese di ristrutturazione secondo il regime dei beni strumentali, e poi, la detraibilità dell’Iva nel caso vi sia un cambiamento di destinazione d’uso.

 

Dopo il G20, l’Ocse punta a una maggiore collaborazione sul fisco

La chiusura del summit del G20 di Londra dei giorni scorsi ha dimostrato come le parti che vi hanno partecipato siano concordi con quanto auspicato dall’Ocse in tema di lotta all’evasione fiscale: la consapevolezza che è stata messa in luce riguarda il fatto che un valido sistema contro l’evasione e l’elusione fiscale a questi livelli non può essere posto in essere da un unico Stato, ma è necessario un contributo che possa godere di una volontà di armonizzare, anche attraverso una minore rigidità del sistema bancario. Fondamentali sono state, in questo senso, le revisioni delle liste che individuano i cosiddetti paesi “collaboratori” (anche detta white list), le liste di quei paesi che si sono impegnati ad accettare gli standard internazionali sullo scambio di informazioni (grey list) e le liste dei paesi non collaborativi (black list). L’impegno richiesto dall’Ocse è quello di cancellare in maniera progressiva la black list con misure di depenalizzazione in favore del rientro di capitali.

 

Emergenza terremoto: stop alle tasse per le zone colpite

Berlusconi in questi giorni in Abruzzo ha ripetuto che lo Stato non lascerà sola la gente: Sarò qui ogni giorno e mi metterò a disposizione per quello che serve. Stiamo studiando di ricomprendere negli ammortizzatori anche i lavoratori autonomi e i piccoli imprenditori che hanno perduto l’attività. Il Governo cerca quindi di andare il più possibile incontro ai cittadini colpiti dalla calamità che ha causato un vero disastro. Inoltre il premier ha cambiato idea: in serata ha aperto agli aiuti internazionali, contrariamente a quanto fatto al mattino, respingendo la richiesta del leader del Pd che chiedeva di accettarli.

Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle Entrate ha annunciato che sono già stati sospesi i pagamenti di tasse locali e nazionali. Intanto oggi il presidente del Senato Schifani chiederà ai senatori di aderire al fondo per le vittime: quota minima 1.000 euro.

Bassi redditi e fisco pesante per i liberi professionisti

Tra qualche settimana per i liberi professionisti e per i titolari di partita IVA arriverà il momento di “fare i conti” con la dichiarazione dei redditi. Tra saldo IRPEF 2008, acconto IRPEF 2009 e addizionali regionali molto spesso le somme da pagare sono elevate, ma mai come quest’anno, complice la crisi economica, rischiano di essere insostenibili anche optando per il pagamento rateale.

Ad accorgersi di tutto ciò è stata anche Contribuenti.it, Associazione Contribuenti Italiani, la quale ha rilevato come siano parecchie le categorie di professionisti in palese difficoltà: dai veterinari ai medici passando per i dottori commercialisti, i giornalisti ma anche la categoria degli avvocati che di norma non se la dovrebbe passare male.

Imposta di bollo per i canoni depurazione acque

L’Agenzia delle Entrate è intervenuta, attraverso la risoluzione 98/E del 7 aprile, al fine di dirimere una questione relativa ad un Comune circa le istanze di quei canoni versati e non dovuti per i servizi di depurazione delle acque: secondo la decisione dell’Agenzia, esse sono soggette all’imposta di bollo fin dalla loro origine (14,62 euro). Ciò perché tali istanze non hanno natura tributaria, ma di corrispettivo per lo svolgimento dell’attività commerciale del comune. Sono diverse le norme a cui il documento ha fatto riferimento, ma comunque inapplicabili; anzitutto il D.P.R. 642/72, il quale riguarda l’assoggettamento a bollo anche di quelle istanze che tendono a conseguire l’emanazione di un provvedimento amministrativo (sempre questo decreto, all’articolo 5, stabilisce l’esenzione dal tributo per quel che riguarda le istanze di rimborso di qualsiasi imposta).

 

Cinque per mille: iscrizione enti entro il 20 aprile

Con la Legge Finanziaria del 2006, lo Stato ha stabilito di destinare in base alla scelta del contribuente, una quota pari al 5 per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche a finalità di sostegno di particolari enti. Si tratta di una forma di finanziamento che non comporta oneri aggiuntivi al contribuente, difatti, tramite la compilazione dell’apposita sezione nella dichiarazione dei redditi, il contribuente sceglie semplicemente la destinazione di una quota della propria IRPEF che ha già pagato.

Quali sono gli enti beneficiari? Il palco dei partecipanti é variegato: vi sono anche numerosi enti non Onlus come ad esempio associazioni di promozione sociale ed associazioni di volontariato. La somma comunque é per il sostegno dei quattro settori rappresentativi del:

L’Irap sui call center accentua la crisi

Siete studenti universitari o disoccupati in cerca del primo impiego? In attesa di trovare altro, molti inviano il curriculum ai call center, soprattutto al Sud sono diventati quasi una moda, dove giovani ed anche meno giovani, alcune volte rassegnati dalla mancanza di altri posti di lavoro, si apprestano a fare quest’esperienza. Ma anche qui inizia a farsi sentire la crisi. E non solo, qualcuno comincia a lamentarsi per le tasse. Renato Rabellino, segretario della Slc-Cgil, dichiara relativamente alla provincia di Torino:

In altre province, fuori Torino, già sono stati persi appalti, in qualche caso anche della pubblica amministrazione, a favore di call center del Sud. Nella crisi molte grandi aziende e anche banche e assicurazioni portano all’esterno, per abbattere i costi, l’assistenza o la gestione dei clienti. La tentazione è scegliere quelli che costano meno. Sono ben lieto se al Sud si creano posti di lavoro, ma non a scapito dei lavoratori piemontesi. Qui siamo riusciti negli anni ad arrivare a un buon numero di aziende dove è tutto regolare, non ci sono più co.co.pro, ogni anno si fanno le verifiche e si assume per non eccedere il 40% di tempo determinati sul totale. In molti dei nuovi call center del Sud non è così.

Pronto il nuovo modello per il bollettino Ici 2009

La Gazzetta Ufficiale della Repubblica dello scorso 30 marzo ha provveduto a pubblicare il decreto ministeriale che ha aggiornato e approvato il nuovo modello del bollettino postale per il pagamento dell’Ici 2009. Una prima novità che occorre evidenziare è senz’altro il fatto che sul nuovo bollettino postale di pagamento non apparirà più lo sconto aggiuntivo sull’Imposta Comunale sugli Immobili relativa alla prima casa; infatti, il decreto ministeriale del 25 marzo pubblicato in Gazzetta Ufficiale ha recepito le disposizioni che erano state approntate con la cosiddetta “manovra di primavera” (per la precisione si tratta del decreto legge 93/2008), dando così vita al nuovo modello di conto corrente. Dunque, spariranno le caselle in cui usualmente il contribuente poteva riportare quale importo intendeva ulteriormente detrarre per quanto riguarda l’abitazione principale.

Anche gli Iacp possono godere del beneficio Irap

Gli Iacp (Istituti Autonomi per le Case Popolari) potranno ora godere delle deduzioni Irap in relazione al cuneo fiscale e contributivo (novità che sono state introdotte dalla Finanziaria 2007): tali enti, pur essendo equiparati ad una pubblica amministrazione, sono ritenuti degli enti pubblici commerciali per quanto riguarda le imposte sui redditi e in virtù di questa qualifica possono godere del beneficio. La precisazione è arrivata tramite la risoluzione 94/E dell’Agenzia delle Entrate: gli Iacp ritengono di poter essere ammessi ai benefici in base al loro inquadramento ai fini Ires (sono enti pubblici commerciali). L’Agenzia si è basata soprattutto sul dettato del decreto legislativo 446/97, il quale riconosce delle deduzioni dalla base imponibile (appunto il già citato cuneo fiscale e contributivo) ai soggetti passivi d’imposta indicati nello stesso decreto.

 

Codacons avvìa ricorso rimborso Iva: i tempi potrebbero essere lunghi

Il Codacons ha annunciato d’aver avviato l’azione collettiva a tutela dei cittadini italiani in merito all’imposta sul valore aggiunto (IVA) pagata sinora dai cittadini sullo smaltimento dei rifiuti. Il Codacons si schiera quindi dalla parte dei cittadini aiutandoli a far valere i propri diritti per il risarcimento dell’IVA pagata in maniera illegittima. La ratio dell’iniziativa è una sentenza della Corte di Cassazione che, in linea con l’orientamento comunitario, ha stabilito che

il corrispettivo che i cittadini devono pagare per la raccolta e smaltimento dei rifiuti – afferma il Codacons – è una tassa e non una tariffa. Se fosse una tariffa l’Iva sarebbe applicabile, ma essendo una tassa questo non è legittimo! Afferma infatti la Corte: “Gli atti con i quali i gestori manifestano la pretesa creditoria hanno natura intrinseca di atti amministrativi. Ne discende che gli stessi devono possedere tutti i requisiti fondamentali dei provvedimenti impositivi e, segnatamente, la motivazione che giustifica la richiesta di pagamento del gestore.

Studi di settore: benefici per molti contribuenti

La Commissione di esperti per gli studi di settore (organo che vede raggruppati l’amministrazione finanziaria, la Società per gli studi di settore e le varie associazioni di categoria) ha dato il via libera per alcuni benefici di cui godranno circa 2.150.000 contribuenti sui 3.700.000 che usufruiscono di tale parametro: i benefici in questione riguarderanno alcuni correttivi in relazione ai periodi di imposta 2008 e 2009, i quali sono stati interessati da modifiche nel mercato a causa della persistente crisi economica. Per quanto riguarda i due periodi d’imposta sopracitati, il risultato degli studi di settore sarà accompagnato, in sede di accertamento, da alcuni elementi che saranno in grado di rafforzare la pretesa tributraria.

Fisco: l’italiano medio dichiara 18.300 euro l’anno

Solo il 10% degli italiani paga oltre la metà delle tasse di tutto il Paese, ossia quasi 70 miliardi di euro. Lo conferma uno studio del dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia, basato sulle ultime dichiarazioni dei redditi disponibili, ovvero quelle del 2007 sull’anno di imposta 2006. Secondo l’indagine un contribuente su tre paga poco più di 800 euro al mese, e uno su quattro rientra nella cosiddetta «no tax area» (cioè non paga imposte a causa del basso reddito e dell’effetto delle deduzioni e delle detrazioni). Vediamo nello specifico i dati della rilevazione:

Riduzione del 40% per il marchio delle imprese comunitarie

Ci sono buone notizie per quanto riguarda le imprese comunitarie: a partire dal prossimo 1° maggio, infatti, vi sarà una riduzione del 40% per il deposito del marchio comunitario. L’annuncio è arrivato direttamente dalla Commissione Europea, per voce del commissario del Mercato Interno e dei Servizi, Charlie McCreevy. Tale riduzione è stata pensata in particolare per le piccole e medie imprese, le quali sono spesso costrette a sostenere un onere troppo ingente nel pagamento del costo amministrativo per ottenere questa importante tutela. Dello stesso tenore sono le affermazioni di Wubbo de Boer, presidente dell’Uami (l’Ufficio Armonizzazione Mercato Interno):

Per una piccola impresa è fondamentale proteggere il proprio marchio a livello comunitario, perché in tal modo essa può tutelare il diritto dei propri beni e servizi e accedere in futuro al mercato unico europeo.

 

Ocse pubblica lista grigia e lista nera paradisi fiscali

L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) ha pubblicato ieri le liste di paradisi fiscali. Decisivo é stato l’incontro del G20 dove si é concluso di agire contro gli Stati che non collaborano in campo fiscale. Come é facile immaginare la lista nera comprende i paesi che non si sono mai impegnati a rispettare gli standard internazionali; quella grigia comprende 38 paesi che pur essendosi impegnati a rispettare le regole dell’Ocse non le hanno concretamente applicate.

Forse il dito puntatp contro darà i suoi effetti? Proprio oggi il Principato del Liechtenstein, che di recente ha allentato il principio del segreto bancario, ha avviato lo scambio di informazioni in materia fiscale con la Gran Bretagna per “controllare” la conformità fiscale dei clienti britannici che hanno conti in Liechtenstein.