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Giappone: Iva e debito pubblico vanno di pari passo

La scure del debito pubblico incombe in maniera sempre più minacciosa sul Giappone: eppure, nel corso dell’ultimo semestre erano state delineate delle misure anti-crisi abbastanza chiare e precise, in particolare un taglio alle spese pubbliche e un freno all’aumento sul versante tributario. Ma sono stati sufficienti pochi mesi per rovesciare questa situazione, dato che i responsabili dell’Economia della nazione nipponica parlano ora espressamente di un innalzamento della pressione fiscale e delle voci di spesa. Dunque, le finanze del paese asiatico non vivono certo momenti tranquilli. C’è infatti da dire che il ministro delle Finanze del Giappone, Naoto Kan, e il suo viceministro, Naoki Minezaki, hanno già annunciato di voler avviare un’importante riforma del fisco, considerata uno degli obiettivi principali della Commissione appena costituita; le innovazioni principali andranno a riguardare l’elaborazione di misure volte a incrementare le aliquote di riferimento delle imposte indirette, oltre ad ampliare le basi imponibili in questo senso.

 

Per quel che riguarda le spese, invece, queste ultime verranno momentaneamente interrotte. Il governo di Tokyo punta dunque decisamente su imposte e tasse per tentare di porre un freno alla corsa del debito pubblico: il valore complessivo di tale inversione di bilancio dovrebbe ammontare a circa 7.000 miliardi di euro nel 2011, ragione per la quale si sta cercando di correre contro il tempo, visto che si tratta di un problema non indifferente, pari a due volte la ricchezza prodotta ogni anno dall’intera nazione.

 

L’intervento più urgente potrebbe essere quello sull’imposta dei consumi, vale a dire la tassa che corrisponde alla nostra Imposta sul valore aggiunto; attualmente, l’aliquota è ferma al 5% da almeno vent’anni, ma si discute su un suo innalzamento fino al 12%. L’aumento di entrate, di conseguenza, verrà poi indirizzato sui capitoli della sicurezza sociale: l’intenzione è quella di raddoppiare le deduzioni per i figli a carico, puntando dunque sulla famiglia come maggiore destinazione delle risorse assicurate dalla manovra fiscale futura.