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Redditi dichiarati ed acquisto beni di lusso: qualcosa non quadra

Nel 2009 in Italia le spese relative all’acquisto di beni di lusso, in barba alla crisi, sono cresciute del 2,4%, mentre nei primi sei mesi di quest’anno il tasso di crescita per i cosiddetti “passion investiments” è addirittura al 4,8%. Questo è quanto, in particolare, emerge da uno studio effettuato da Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani elaborando i dati in possesso de “Lo Sportello del Contribuente” e quelli del Ministero delle Finanze. Ebbene, a fronte di acquisti in crescita per oggetti d’arte, yachts, gioielli ed auto di grossa cilindrata, gli italiani che ufficialmente, in base ai dati comunicati al Fisco, dichiarano oltre 100 mila euro all’anno sono appena l’1% ed appena lo 0,2% quelli che dichiarano più di 200 mila euro. Insomma, gli acquisti di beni di lusso dimostrano come ci siano in Italia più ricchi di quelli realmente “censiti” dal Fisco; c’è quindi qualcosa che non quadra e che è spiegabile con un’ampia fetta di imponibili e di ricchezze che gli italiani non dichiarano all’Agenzia delle Entrate.

I contribuenti che acquistano questi beni di lusso sono in prevalenza quelli che agli occhi del Fisco sono dei poveri possidenti e dei ricchi nullatenenti che hanno continuato indisturbati a fare shopping anche ai tempi della crisi mentre i “soliti noti”, lavoratori dipendenti e pensionati, hanno continuato a pagare le tasse anche per loro.

Al riguardo, non a caso, Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani pone all’attenzione il fatto che oltre sei yachts su dieci che circolano nel nostro Paese sono intestati a contribuenti nullatenenti, oppure a società di comodo, siano esse italiane o estere, con il fine primario di evadere le tasse. E non mancano altresì quei proprietari di yachts che sono dei prestanome, degli arzilli ultraottantenni che simboleggiano un contrasto all’evasione fiscale che nonostante tutto è ancora poco efficace ed a cui, secondo il presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani Vittorio Carlomagno, si può trovare una soluzione coinvolgendo nella lotta all’evasione tutti i diretti interessati e migliorando il rapporto tra il Fisco ed i contribuenti.

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