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Dal 1 gennaio 2013 l’auto aziendale diventa meno conveniente

Dal 1° gennaio 2013 entrano in vigore le nuove disposizioni fiscali in materia di deducibilità delle auto aziendali. Per lo Stato sarà l’occasione di incassare circa 4,5 miliardi di euro, ma per il contribuente sarà sempre meno appetibile dare uso di un auto di proprietà dell’azienda.

Per imprese e professionisti la detrazione fiscale scenderà infatti dall’attuale 40 % ad un 20 %, mentre per quanto riguarda le vetture date in uso promiscuo ai dipendenti la deducibilità fiscale passa dall’attuale 90 % ad un 70 %. Rimangono invece sullo stesso livello i limiti massimi di valore deducibile del costo di acquisto o di locazioni finanziaria o noleggio.

Pertanto le auto aziendali vengono ad essere notevolmente penalizzate, visto che la Riforma Fornero prevede interventi per circa 3 miliardi di euro, mentre la Legge di stabilità introduce delle limitazioni alla detrazione per circa 1,5 miliardi di euro. In totale quindi lo Stato incasserà circa 4,5 miliardi di euro dalla stretta sulle auto aziendali. La stretta operata dall’Esecutivo dovrebbe riguardare circa 7 milioni di veicoli, anche se l’Aniasa ( Associazione nazionale industria dell’autonoleggio e dei servizi automobilistici) stima che l’intervento riguarderà un numero minore di auto e moto (circa 3.600.000 unità, di cui 1 milione e 600 mila riguardano le auto aziendali mentre 2 milioni di veicoli sono utilizzate da piccole e medie imprese)

Tra le nuove misure introdotte sicuramente quella che penalizzerà in maniera rilevante le aziende sarà la riduzione del 20 % di deducibilità per quanto riguarda le auto utilizzate in proprio ( si passa infatti da una percentuale del 40 ad una del 20 %). La limitazione sarà maggiormente avvertita anche in virtù del fatto che scatteranno i limiti di deducibilità dei costi. In particolare per il noleggio, i costi potrebbero mettere a dura propria la tenuta del comparto visto che oltre al dimezzamento della deducibilità fiscale, il limite di 3.612,00 euro appare come eccessivamente risicato.