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La Cia boccia il progetto del telelavoro promosso dal Fisco statunitense

Il Fisco statunitense è ormai sempre più convinto di aver trovato la ricetta giusta per sconfiggere la crisi: una ricetta da mettere in pratica in maniera immediata, senza alcun ripensamento di tipo finanziario e riflessioni contabili. Una soluzione molto interessante soprattutto dal punto di vista economico, dato che permetterebbe di ottenere un risparmio netto di spesa pari a 14 miliardi di dollari ogni anno: una somma che potrebbe poi estendersi col tempo e arrivare fino ai 100 miliardi l’anno di minori uscite. Tutto è stato pensato in previsione degli investimenti da effettuare nel 2010, in quanto queste ingenti somme sarebbero proprio destinate ai finanziamenti dei servizi sociali, della sanità e del settore della ricerca e sviluppo. Ma l’annuncio di questi grandi risparmi non è riuscito a convincere i capi dell’Intelligence americana. La domanda sorge spontanea: cosa c’è che non va? E inoltre: che rapporti ci sono tra Fisco e Cia? L’Intelligence ha bocciato senza appello la proposta, adducendo le motivazioni più disparate per questo diniego, come ad esempio quella secondo cui la linea di contatto comune è rappresentata dal principio della tutela della sicurezza nazionale.

 


Questa sicurezza, visti anche i tempi di forti allarmi per il terrorismo, non offrirebbe le cautele necessarie nella diffusione eccessiva dei programmi di telelavoro. Insomma, la Cia valuta come molto alto il rischio dell’accesso dei terroristi ai tantissimi dati legati al profilo federale. C’è da ricordare che negli Stati Uniti il ricorso al telelavoro, soprattutto nell’ambito dell’amministrazione fiscale, è molto diffuso: già nel 2008 era stata superata la soglia dei 100.000 dipendenti federali.

 

I risparmi netti sono valutati in circa 2 miliardi di dollari, nonostante il telelavoro sia solo una piccola fetta della forza lavoro totale che viene impiegata nell’Amministrazione e nelle sue agenzie. Una bella favola ma col finale amaro: per ora la sicurezza del paese rimane la priorità assoluta, nonché il principale ostacolo al progresso del telelavoro.

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