Partita Iva, cosa potrebbe cambiare

Tra i tanti argomenti caldi attorno alla legge di stabilità pare ci sia spazio anche per le discussioni riguardanti i lavoratori autonomi e le partite IVA. A seguito della proroga dello scorso anno il termine per aprire la partita IVA con il regime dei minimi, il regime agevolato per i giovani sotto i 35 anni, era stato fissato al 31 dicembre 2015.

Iva, i benefici del nuovo regime dei minimi

Secondo Rossella Orlandi, direttore dell’Agenzia delle Entrate, il provvedimento del governo concernente il nuovo regime dei minimi consente ad altri 700 mila soggetti di poter utilizzare la tassazione forfettaria in materia di Partita Iva.

Regime dei superminimi: il forfait del 5%

Il nuovo regime dei cosiddetti “superminimi” merita ancora un approfondimento per tutti i titolari di partita Iva. In particolare, questo novero prevede un forfait pari al 5% e può essere applicato dalle persone fisiche, ma anche dai soggetti più giovani e da coloro che hanno perso il lavoro: le categorie appena elencate avranno quindi la possibilità di applicare il regime stesso per quel che riguarda l’anno in cui l’attività è stata avviata e per i seguenti quattro di fila. In pratica, il regime include le persone fisiche che hanno rispettato due requisiti specifici, vale a dire l’avvio di una attività di impresa, un’arte o una professione, e la scelta della data in cui hanno intrapreso questa stessa attività, la quale deve essere successiva al 31 dicembre del 2007.

Modello fattura contribuenti minimi 2012

Con la recente normativa le fatture dei contribuenti minimi 2012 devono essere compilate senza ritenuta d’acconto o IVA, ma con la dicitura da riportare in calce che sottolinea gli articoli di legge a cui far riferimento per l’esenzione dall’IVA ed il non assoggettamento appunto alla ritenuta d’acconto. Ricordiamo che ovviamente si tratta di una dicitura valida fino a nuove comunicazioni. Quello dei minimi é un regime davvero agevolato se consideriamo che é esente da IVA e da IRPEF, nonchè da IRAP. L’unica imposta che si paga é quella sostitutiva ed è pari al 5%. Quindi chi decide di aprire un’attività sotto tale regime non avrà altri costi se non quelli relativi al pagamento dei contributi INPS e l’imposta appunto, del 5%.

L’apertura della partita Iva e il regime dei superminimi

L’apertura di un’attività in proprio e, conseguentemente, anche della partita Iva, comporta vari accorgimenti sui quali non bisogna commettere alcun tipo di errore. In particolare, i soggetti interessati a questo ambito si chiedono spesso quali siano le modalità per accedere al regime dei cosiddetti “superminimi”, un’agevolazione fiscale che ovviamente fa gola a molti. Come previsto espressamente dal Decreto legge 98 del 2011 (“Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria”), vi sono delle condizioni ben precise da rispettare: il secondo comma dell’articolo 27 di questo testo, infatti, prevede che il contribuente interessato non abbia posto in essere nei tre anni che hanno preceduto l’inizio di una determinata attività, un’altra attività di tipo artistico, professionale o di impresa, anche quando queste ultime siano state esercitate in modo associato e familiare.

Contribuenti minimi: il caso dell’impresa familiare

Le recenti modifiche approntate al regime dei contribuenti minimi dal Decreto 98 di quest’anno non sono state l’ultimo aggiornamento da questo punto di vista: in effetti, anche la Fondazione dei Consulenti del Lavoro ha espresso un parere a tal proposito giusto quattro giorni fa, mettendo in evidenza una casistica molto diffusa. Nello specifico, quando si è titolari di un’impresa di tipo individuale, l’accesso al regime è consentito persino nell’ipotesi di un’impresa familiare. La pronuncia si era resa necessaria dopo una espressa richiesta di un imprenditore, il quale aveva provveduto a iscrivere la propria consorte all’Inps come collaboratrice. Quindi, questo vuol dire che una iscrizione simile ai fini previdenziali non rappresenta assolutamente un ostacolo al far parte del novero dei minimi.

Praticantato professionale: l’imposta sostitutiva del 5%

Delle tante norme che fanno parte della manovra estiva di cui tanto si parla in questi giorni, ve n’è una in particolare che disciplina il cosiddetto praticantato professionale: si tratta, come è noto, del rapporto lavorativo che viene svolto per poi entrare a far parte di un determinato ordine professionale, come ad esempio avviene per gli avvocati o anche i giornalisti. Ebbene, come previsto dalla stessa legge, tale periodo di formazione professionale, il quale viene svolto in forma obbligatoria, non può che rappresentare una semplice continuazione dell’attività stessa, quindi quando viene posto in essere non invalida l’accesso dei soggetti al regime dei “super minimi”. Quest’ultimo termine si riferisce a una semplificazione tributaria piuttosto accentuata, visto che l’imposta sostitutiva che viene adottata è pari al 5%, una possibilità che rimane comunque valida anche per quei contribuenti che hanno esercitato questa attività (non ha importanza se la forma è stata autonoma o in qualità di lavoratori dipendenti).