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Australia: l’Apa Program illustra i risultati 2008-2009

Risale allo scorso mese di agosto la pubblicazione, da parte dell’Australian Taxation Office, del report “Advance pricing arrangement program 2008-2009 update”: si tratta di un importante documento, il quale contiene una visione di insieme relativa al programma Apa. Secondo l’Agenzia delle Entrate australiana, i vantaggi che potrebbe conseguire un contribuente nel richiedere un Apa sarebbero abbastanza evidenti; anzitutto, si troverebbe una valida soluzione alle situazioni in cui non esiste una realistica alternativa per evitare la doppia tassazione ed assicurare che tutti i profitti vengano correttamente attribuiti e tassati. Inoltre, come prosegue il rapporto sopracitato, verrebbe assegnata una maggiore certezza ai contribuenti in relazione alle previsioni sul trattamento fiscale delle transazioni internazionali. Un ulteriore vantaggio, poi, è quello che mette i “taxpayer” in una situazione più agevole circa la previsione dei costi e delle spese, incluse le disponibilità tributarie.

 

A tal proposito, bisogna ricordare che nel biennio 2008-2009 sono stati portati a termine 29 Apa bilaterali e multilaterali, i quali hanno coinvolto numerose amministrazioni finanziarie, tra cui quelle di Danimarca, Nuova Zelanda, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti. La definizione di Apa bilaterale viene fornita dal TR 95/23: si tratta di un accordo tra un contribuente, l’Ato ed una o più autorità fiscali straniere. Gli Apa che vengono portati a termine si riferiscono a transazioni intercompany poste in essere da distributori e uomini di mercato, fornitori di servizi, produttori e società finanziarie.

 

Questo tipo di transazioni hanno prevalentemente ad oggetto beni materiali, esportazioni di minerali e metalli, acquisizioni e licenze, prestazioni di garanzie, tra le altre cose. Il report dell’Ato ha, infine, messo in evidenza l’impatto limitato della crisi finanziaria sugli Apa: solamente in alcuni casi è stato necessario provvedere a una revisione delle cosiddette “critical assumptions”, tenendo soprattutto conto che gli effetti della crisi sono ovviamente diversi tra i vari settori dell’industria e dell’economia.