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730 precompilato pronto al debutto

C’è tempo sino al 15 aprile. Fino a quella data la dichiarazione dei redditi precompilata coinvolgerà quasi venti milioni di italiani (tra pensionati e lavoratori dipendenti).

Per il 730 precompilato l’esordio sarà sperimentale dal momento che per il primo anno mancheranno molti dei dati per contestualizzare integralmente la posizione dei contribuenti coinvolti: una dichiarazione  da rifare almeno nel 70% dei casi, dai mutui alle spese sanitarie, ma non è detto che il restante sia immune da correzioni.

Spiegano gli esperti:

Interessi passivi di mutui; assicurazioni su vita, morte e contro gli infortuni; contributi previdenziali e assistenziali; contributi per la previdenza complementare sono i dati che già da quest’anno saranno contenuti nella dichiarazione precompilata. Banche e altri intermediari finanziari, assicurazioni, enti previdenziali e forme pensionistiche complementari comunicano all’agenzia delle Entrate entro il 28 febbraio di ogni anno (nel 2015 la scadenza cade di sabato e quindi il termine slitta al 9 marzo) gli elenchi dei contribuenti e delle spese sostenute che danno diritto a sconti fiscali. I datori di lavoro e gli altri sostituti d’imposta dovranno comunicare telematicamente all’agenzia delle Entrate entro il 7 marzo di ogni anno (nel 2015 la scadenza cade di sabato e quindi il termine slitta al 9 marzo) i redditi corrisposti ai lavoratori dipendenti (e assimilati) e redditi da pensione nel corso dell’anno d’imposta precedente. Questi dati insieme a quelli sugli oneri detraibili o deducibili trasmessi entro il 28 febbraio di ogni anno serviranno al Fisco per arrivare alla dichiarazione precompilata. E nel nuovo modello di Certificazione unica viaggeranno anche i redditi di lavoro autonomo.

Il contribuente avrà l’opportunità di scegliere se trasmettere la dichiarazione precompilata oppure se modificarla e poi inviarla. Per farlo, potrà rivolgersi al Caf o a un professionista, oppure potrà scegliere il metodo fai-da-te.

Il contribuente dovrà decidere se accettare l’imponibile e l’imposta calcolata dall’agenzia delle Entrate oppure effettuare modifiche perché, per esempio, ha sostenuto delle spese che danno diritto a detrazioni e deduzioni non conosciute dal Fisco.